Sabato 20 Luglio 2024
FEDERICA ORLANDI
Cronaca

Giovanardi su Ustica: "Seguire la pista palestinese"

L'ex ministro Carlo Giovanardi riflette sulle stragi di Bologna e Ustica, sottolineando il clima incandescente dell'epoca e la controversia sulle cause, tra missili e bombe. Le piste palestinesi emergono come possibili alternative. Familiari divisi tra tesi del missile e della bomba.

Giovanardi su Ustica: "Seguire la pista palestinese"

Giovanardi su Ustica: "Seguire la pista palestinese"

"Il 2 agosto 1980 era il primo giorno di ferie del consiglio regionale dell’Emilia-Romagna. Sennò sarei stato in stazione, come sempre". Così l’ex ministro Carlo Giovanardi fa il punto sulla sua "memoria storica, anche se mi spiace che gli anni passino in fretta", tra la strage alla stazione di Bologna, presto al 44esimo anniversario, e quella di Ustica, che la precedette il 27 giugno: 85 e 81 vittime.

Com’era il clima, allora?

"Incandescente. Ero ai funerali delle vittime della strage del 2 agosto, tra Cossiga e Craxi. La folla fischiava e sputava su di loro. Cossiga era imbambolato".

Per la bomba in stazione è stato confermato in appello l’ergastolo all’ex terrorista nero Paolo Bellini, per i giudici quinto esecutore. Su Ustica il punto fermo manca?

"Questo è importantissimo. Perché sul fatto che in stazione ci fosse una bomba, messa da criminali, sono tutti d’accordo. Mentre se diciamo che una bomba era sul Dc9, è una provocazione? Chi continua a insistere sul missile dimentica tutte le perizie, il processo penale chiuso con l’assoluzione dei generali dell’aeronautica perché il fatto non sussiste, la battaglia aerea definita “fantascienza“".

Ci sono però le sentenze civili. E le dichiarazioni dell’ex presidente Cossiga, poi di Giuliano Amato. Parlano tutti di missili.

"Il processo civile è finito così perché l’Avvocatura di Stato in appello si è costituita tardi, è rimasta in campo solo l’ipotesi della battaglia aerea. Amato? Nel 2001 disse ben altro, poi andò dietro a Cossiga sui missili francesi e ora cambia ancora, parla di israeliani. Ma io, che ho potuto studiare le carte pure coperte da segreto per la commissione d’inchiesta su Moro, ho letto l’escalation di minacce dei palestinesi dall’arresto di Abu Saleh (rappresentante del Fplp, arrestato a Bologna nel ’79, ndr) in poi. L’ultima proprio il 27 giugno. Arafat parla di accordi violati. Parla del Lodo Moro".

La pista palestinese è un altro fil rouge tra Ustica e 2 agosto, di cui è la principale pista alternativa rispetto a quella accertata dai processi.

"Non ho certezze e rispetto le sentenze penali. Ma proprio per questo, vanno rispettate anche quelle sul Dc9. Vero è che Kram era a Bologna il 2 agosto, poi su chi ha agito, chissà? Erano anni difficili. Ma politica e ideologia non c’entrano con la verità".

Qual è la verità?

"Che su Ustica bisogna indagare sulla pista palestinese. Che Francia e Usa hanno risposto alle nostre rogatorie. Che il 27 giugno attorno al Dc9 non c’erano aerei per 60 chilometri".

Anche i familiari delle vittime supportano la tesi del missile.

"Ci sono due associazioni di familiari, guidate da due donne che subirono gravi lutti. Eppure, quella di Giuliana Cavazza è trattata ’da serie B’ rispetto a quella di Daria Bonfietti. E Cavazza sostiene la tesi della bomba".