Lunedì 3 Febbraio 2025
ALESSANDRO FARRUGGIA
Cronaca

Giornata mondiale dell'Acqua, allarme ghiacciai: sono sempre meno

Realizzato un Catasto dei ghiacciai italiani: sparito il 30% rispetto all'inizio degli anni '60

Il ghiacciao del Monte Bianco (Ansa)

Roma, 21 marzo 2017 - Le Alpi sono la più grande riserva d’acqua dolce d’Europa. C’è chi le ha definite 'una torre d’acqua'. Una buona parte di questa risorsa è contenuta in ghiacciai e nevai, che da decenni sono in costante riduzione, per effetto dei cambiamenti climatici. Un punto importante della situazione dei ghiacciai italiani l’ha fatto nel 2015 il Nuovo catasto dei ghiacciai italiani, realizzato dal Gruppo di Ricerca Glaciologica dell’Università degli Studi di Milano (UNIMI), Dipartimento di Scienze della Terra 'A. Desio', frutto della collaborazione tra  Università, San Pellegrino Spa e l’Associazione Riconosciuta EvK2CNR e con il contributo del Comitato Glaciologico Italiano.  E lo studio dice con chiarezza che la riduzione in superficie è stata negli ultimi 5 decenni del 30%.  

"Utilizzando l’intero campione – si osserva nel Nuovo catasto dei ghiacciai italiani –  il confronto delle superfici attuali con quelle del Catasto CGI 1959-1962, pur tenendo conto  delle difficoltà derivanti dall’utilizzo di dati ottenuti con metodologie molto diverse, evidenzia la tendenza a una netta riduzione areale: nell’ultimo mezzo secolo l’area totale si è infatti ridotta di circa il 30%, passando dai 526,88 km2 del catasto precedente agli attuali 369,90 km2". "Fra le singole Regioni e Province – prosegue lo studio – le variazioni areali risultano molto diversificate: si passa infatti dalla riduzione di metà o quasi della superficie per Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Veneto alla perdita di un quinto della superficie per il glacialismo lombardo. Il numero dei ghiacciai è aumentato di 68 unità, passando dagli 835 apparati glaciali del primo catasto (in realtà 838 se si considerano tre ghiacciai localizzati in Francia ed inseriti nel Catasto CGI) ai 903 attuali". L’incremento numerico dei ghiacciai non deve sorprendere perchè è in larga parte conseguenza della ritirata dei ghiacci: sono di più ma sono molto più piccoli. "L’aumento – spiega il Catasto – è  dovuto sia alle numerose frammentazioni tipiche di ogni fase di deglaciazione, sia all’identificazione di corpi glaciali precedentemente non segnalati, sia all’inserimento nel nuovo catasto di corpi glaciali precedentemente classificati estinti, per i quali si sono individuate tracce di attività. Va sottolineato come in quest’ultimo caso si tratti solitamente di apparati di piccole dimensioni e il più delle volte ricoperti da detrito". Molti sono però proprio scomparsi: nel Nuovo Catasto dei Ghiacciai Italiani ben 180 apparati non sono inclusi perchè  identificati come estinti. Di questi la maggior parte è localizzata in Alto Adige (70), seguita da Valle d’Aosta (37) e Lombardia (28). 

La scomparsa o la riduzione di massa e superficie dei ghiacciai ha effetti significativi per il bilancio idrologico. In particolare a breve termine aumenta il deflusso in estate, mentre nel giro di alcuni decenni – quando i ghiacciai sulle Alpi saranno confinati sopra i 3 mila metri – lo riduce in maniera significativa, con effetti sia sulla disponibilità di acqua dolce sia sugli ecosistemi. E sulla quantità di acqua contenuta nelle dighe, con effetti anche sulla produzione idroelettrica.  Un altro regalo del cambiamento climatico, in atto nonostante gli scettici alla Donald Trump