Teramo, 27 dicembre 2024 - Ha già fatto un piano per riprendere le ricerche di Giorgio Lanciotti, scomparso dal 21 settembre a Prati di Tivo, sul versante teramano del Gran Sasso. Pasquale Iannetti, storica guida alpina abruzzese, conosce tutte le insidie delle sue montagne a cominciare dal meteo che cambia all’improvviso e ti tradisce.
La montagna, grazie al lavoro dei soccorritori, ha appena restituito i corpi dei due escursionisti romagnoli dispersi da domenica nel Vallone dell’Infermo, sotto la parete est del Corno Grande.
In queste ore c’è anche allerta per il rischio valanghe. In questi giorni sta nevicando tanto, quasi come nell’anno di Rigopiano, era il 18 gennaio 2017, fu strage nell’hotel isolato da una strada provinciale sepolta da 2 metri di neve per 8 chilometri. Alla fine i 29 morti si spiegano così, perché se quell’unica via di fuga fosse stata libera, le persone sarebbero fuggite.
"Quando torneremo a cercare Giorgio Lanciotti”
“Sì, abbiamo intenzione di tornare a cercare Giorgio – racconta Pasquale Inannetti -. Ma non ora, non in inverno. Bisogna aspettare che la neve se ne sia andata completamente, anche in quota. Bisogna aspettare giugno. Organizzeremo una giornata, scenderemo dall’alto, faremo delle corde doppie, esploreremo tutti i canali, tutte le fessure, tutti i meandri di questa parete che è immensa”.
Le insidie della montagna
“Il periodo invernale peggiore in assoluto è quello della prima neve - mette in fila Iannetti -. La situazione climatica è cambiata, adesso le valanghe sono un pericolo non solo in primavera ma anche d’inverno, in pieno gennaio. In questi giorni, con un metro e mezzo di neve, si può finire sotto una slavina che ti sotterra, se non ci sono le attrezzature adeguate per trovarti, nel giro di 15 minuti sei spacciato. Il pericolo più serio sono i venti. Riescono a sbatterti giù da una cresta, quando c’è bufera come è stato in questo periodo soffiano anche a 120 km all’ora. E poi il vento fa un un lavoro di corrosione del manto nevoso”.
Ecco come rendere più sicure le montagne
Iannetti confida di ragionare da molto tempo sul tema della sicurezza. Ed è arrivato a questa conclusione: “Credo si debba dare alle forze dell’ordine la possibilità di intervenire, soprattutto nei 3-4 punti critici del Gran Sasso, quando nel fine settimana c’è il pieno di presenze e le persone escono dalla funivia e s’incamminano verso le vette. Se le condizioni non sono sicure, devono essere fermate. Come esiste la Capitaneria di porto che vieta di uscire in mare in certe condizioni ed esiste il divieto di balneazione, così serve una norma regionale che regoli le escursioni in montagna”.
I tre strumenti indispensabili per un alpinista
Nel 2021, ricorda Iannetti, “una norma nazionale (decreto legislativo n. 40, ndr), ha previsto l’obbligo di portarsi dietro tre attrezzature: l’Artva, strumento elettronico che l’escursionista deve indossare, in modalità trasmissione. Poi nello zaino non devono mai mancare sonda e pala. Non dimentichiamolo mai”.