Gioia Tauro, 20 febbraio 2024 – Alteravano i controlli per favorire la 'ndrangheta. Per questo motivo due funzionari dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli di
Gioia Tauro e una dipendente di una società di spedizioni sono stati arrestati dai finanzieri di Reggio Calabria con il supporto dello Scico e la collaborazione di Europol e della Dcsa. I tre, per l'accusa, sarebbero coinvolti in un traffico internazionale di droga aggravato dalla finalità di agevolare la 'ndrangheta. Complessivamente sono 7 gli indagati dalla Dda reggina, con il supporto di Eurojust, tra i quali anche un terzo funzionario doganale, già arrestato in un'altra operazione nel 2022.
Nel porto sono state sequestrate oltre 2,7 tonnellate di cocaina. Nel corso delle indagini, condotte anche con la collaborazione di personale dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli, gli investigatori avrebbero accertato 5 importazioni di cocaina tra giugno 2020 e ottobre 2022, per oltre 3 tonnellate di cocaina, 2,7 delle quali intercettate dai finanzieri.
Tra i documenti rinvenuti dai finanzieri figurano anche precise istruzioni, fornite dai funzionari doganali, su come i narcos sudamericani avrebbero dovuto collocare i panetti di cocaina all'interno dei carichi di copertura, al fine di ridurre sensibilmente la possibilità che questi venissero individuati nel corso degli ordinari controlli. Peraltro, laddove il carico fosse stato comunque scoperto, gli stessi doganieri avrebbero provveduto a fornire all'organizzazione i relativi verbali di sequestro al fine di giustificare la perdita del narcotico, evitando il pagamento di quanto pattuito. Inoltre, uno dei funzionari doganali si sarebbe preoccupato di avvertire i sodali in merito ad eventuali operazioni condotte dalle "Fiamme Gialle", con l'intento di evitarne l'arresto.
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