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"È un giorno di festa per la mia famiglia, lo zio è stato liberato dopo 491 giorni. Massimo tra dieci...
"È un giorno di festa per la mia famiglia, lo zio è stato liberato dopo 491 giorni. Massimo tra dieci giorni andrò in Israele, le immagini che ho visto di lui mi preoccupano molto". Shoval Abend (foto), 28 anni, israeliano che vive a Modena dove studia Medicina, ha la voce commossa: lo zio materno, Ohad Ben Ami, è stato liberato ieri.
Cosa ha provato quando le hanno confermato la liberazione dello zio?
"Una gioia indescrivibile, ma al tempo stesso, siamo rimasti sconvolti dalle prime immagini. Sembra uscito da un lager, ho rivisto in lui la foto dei miei nonni quando sono usciti da Auschwitz. È irriconoscibile e talmente scheletrico che una delle sue figlie non era sicura fosse lui, sembra un altro. Lo zio pratica sport, va in bici. Ha 56 anni: mia cugina ha detto che ne dimostra almeno 20 in più".
È stato torturato?
"A livello fisico no, solo minacciato. Ma non davano loro da bere, mangiare, non c’erano i bagni ed è sempre stato tenuto al buio: ecco perché al rilascio aveva gli occhiali da sole, la luce lo avrebbe accecato".
Lei è già riuscito a sentirlo?
"Ancora no, è in ospedale e ci starà almeno una settimana. Sono in contatto continuo con mia cugina. Per prima lo ha raggiunto la moglie, zia Raza: erano stati rapiti da Hamas, mentre erano nella loro casa nel kibbutz di Be’eri, a 4 chilometri da Gaza, ma lei è stata liberata dopo 54 giorni. Quando l’hanno rilasciata l’hanno minacciata, se avesse raccontato qualcosa ai giornali e alla famiglia, avrebbero ucciso lei e il marito".
Maria Silvia Cabri