Giovedì 2 Gennaio 2025
Guido Baccicalupi
Cronaca

Giannetti: «Io ho sbagliato e ho pagato. Ma sui bilanci chiedete ad altre persone»

L'ex direttore amministrativo interrogato davanti al Gip / GIANNETTI CONDANNATO / PROSCIOLTO SCARAFUGGI / ASSOLTO DELVINO / GIANNETTI AMMETTE IL PECULATO MA NEGA IL FALSO / BUCO ASL, GLI ARRESTI DEL 2012 / ROSSI INTERROGATO / LE INTERCETTAZIONI DI ROSSI / LE MOTIVAZIONI DELL'ASSOLUZIONE DI DELVINO / ROLEX, AUTO DI LUSSO, CANI DI RAZZA

Ermanno Giannetti

Massa, 29 gennaio 2015 - «Io sono stato licenziato giustamente, ho sbagliato e ho pagato e sto pagando, però sui bilanci dell’Asl alterati non so nulla. Non li preparavo io, cercate altre persone»: l’ex direttore amministrativo dell’Asl Ermanno Giannetti ha ribadito al gip Antonia Aracri, nell’interrogatorio prima del suo rinvio a giudizio (giovedì la prima udienza davanti al tribunale), la sua estraneità alle accuse di aver falsificato i conti dell’azienda sanitaria e di aver rivendicato un falso credito di 60 milioni dalla Regione. Giannetti è stato condannato a 5 anni di reclusione per peculato per aver intascato 1,5 milioni di euro dalle casse dell’Asl attraverso falsi mandati di pagamento. Li indirizzava ai conoscenti per lavori inesistenti e si faceva poi restituire i soldi.

«Ho seguito la parte dei bilanci fino al 2006 - ha detto Giannetti al gup – poi io sono sceso a fare il direttore amministrativo e ho lasciato completamente l’incarico alla dottoressa Marisa Vernazza di seguire la redazione, la formazione dei bilanci, nonché la gestione nella contabilità. Logicamente era la dottoressa Vernazza sin dal 2008, mi pare, sin dal 2008, mi pare che fosse senza titolo perché era un settimo livello, non aveva il titolo per poter reggere l’unità operativa o l’ufficio». C’è, comunque, da sottolineare che la dottoressa Marisa Vernazza, ancora in carica all’Asl, non è assolutamente coinvolta nell’inchiesta e la procura non le ha mai contestato nulla sin dall’inizio. E lo stesso gip Aracri, del resto, lo aveva ribadito anche allo stesso Giannetti nell’interrogaroio: «Glielo dico molto chiaramente – aveva sostenuto il giudice – lei sa che non c’è niente che possa supportare oggi, le sue affermazioni, in merito a quello che le ha detto o non le ha detto la Vernazza, lei questo lo sa oppure sa che ci sono delle persone che hanno assistito?». Giannetti aveva replicato: «Sì, ci sono delle persone che hanno assistito e persone che sanno quello che facevo. Ho persone che posso chiamare a testimoniare ma anche dalle carte si evince che hanno richiesto di riaprire la contabilità, per vedere delle cose, io ho visto anche le intercettazioni e posso avallare molte cose di quello che ho detto».

L’ex direttore amministrativo poi ha parlato del codice , una sorta di password per entrare nel sistema della contabilità dell’Asl: »Il Rag10 che dal 2003 lo sapevano tutti, la cosa che mi stupisce è che non trovo neanche un Rag13 in nessuna parte della contabilità; Rag13 era il codice della dottoressa Vernazza, solo Rag10 se lo integra. Perché? Al procuratore che mi chiedeva se conoscevo all’epoca la parola chiave Integra, io risposi di no, non la conoscevo, conoscevo solo la prima parola chiave quando nel 2005 il dirigente l’ha cambiata; non mi interessava conoscerla, non usavo più la procedura informatica». E c’è il giallo del viaggio a Firenze per il falso credito da 60 milioni che ha fatto scoppiare lo scandalo (le indagini poi hanno accertato debiti occultati per 220milioni di euro poi saliti a 400 milioni dopo le verifiche dell’allora commissario De Lauretis). «La Vernazza aveva preparato la documentazione per giustificare i 60 milioni - ha detto Giannetti al gip - abbiamo caricato sull’auto otto, nove scatoloni. In auto c’eravamo io, l’autista, Del Vino e la Vernazza. Durante il viaggio parlando anche di altre cose e dei 60 milioni della gestione stralcio mi sembra di ricordare che il dottor Delvino avesse chiesto alla Vernazza: ma ne siamo certi sennò impostiamo un’altra riunione. Riguardava la documentazione: io avevo notato nell’elenco consegnato alla Regione qualche giorno prima, erano citate troppe ditte che forniscono farmaci, quelle non sono ditte che puoi aver ferme dal 2001, 2002. Questo elenco di mandati è stato stoppato. Lungo la strada io e Delvino ci siamo chiesti: siamo sicuri o andiamo a fare delle brutte figure? Perché il dubbio c’era venuto anche a noi, troppe fatture di farmaci relative agli anni 2001, 2002, 2003 e 2004».

Il giudice ha fatto poi presente a Giannetti che la Vernazza, ascoltata dagli inquirenti, aveva riferito che sulla voce della posta di credito di 60 milioni aveva chiesto spiegazioni proprio a lui. «E lei rispose - ha detto il giudice - che si trattava di un contributo a carico dell’ente appaltatore del nuovo ospedale, che poteva essere contabilizzato soltanto nel bilancio 2009, perché soltanto in questo anno era stato materialmente ricevuto». «Io non ho mai detto queste parole»: la risposta di Giannetti.