Mercoledì 25 Dicembre 2024
REDAZIONE CRONACA

Giancarlo Giorgetti Il più tecnico dei politici Deve rassicurare i mercati

di Massimiliano Mingoia

MILANO

È un politico, certo, ma un politico “sui generis’’, il leghista Giancarlo Giorgetti. Gli piace poco apparire, non utilizza i social, coltiva senza clamori i rapporti con i poteri forti economici e non solo. Dopo il rifiuto di tanti tecnici, in primis dell’ex direttore della Banca d’Italia e attuale membro del Comitato esecutivo della Banca Centrale Europea, Fabio Panetta, toccherà al vicesegretario del Carroccio assumere il ruolo di ministro dell’Economia nel governo Meloni. La premier incaricata avrebbe preferito un tecnico per rassicurare l’Unione Europea, ma Giorgetti – 55 anni, nato a Cazzano Brabbia, provincia di Varese, laureato in Bocconi, sindaco del suo paesino per nove anni, in Parlamento dal 1996, sottosegretario alla presidenza del Consiglio nel Governo Conte I, ministro uscente allo Sviluppo economico del Governo Draghi – appare il politico con uno dei profili più tecnici nella classe dirigente del centrodestra. Non a caso l’ormai ex premier Mario Draghi, fin da quando era in Banca d’Italia, considera il lumbard un interlocutore affidabile e nel 2021 l’ha voluto nel suo esecutivo. Non a caso, nel 2013, l’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano inserì Giorgetti nella commissione dei “dieci saggi’’ che si sarebbe dovuta occupare di elaborare proposte programmatiche per il nuovo Governo. Questo profilo da politico svincolato dall’estremismo leghista e attento ai rapporti con l’Unione Europa e con i grandi gruppi industriali italiani – non va dimenticato che Giorgetti è il cugino del banchiere Massimo Ponzellini – ha reso il neoministro all’Economia una costante spina nel fianco del segretario della Lega Matteo Salvini.

Nel Carroccio Giorgetti è l’unico che negli ultimi anni si è permesso di mettere in dubbio la linea del Capitano. Ma non ha mai fatto un passo in più, non ha mai provato a candidarsi come nuovo segretario della Lega, neanche dopo il deludente risultato del partito alle elezioni politiche dello scorso 25 settembre. Alcuni leghisti, a microfoni spenti, ripetono da anni che "Giancarlo è uno che ha bisogno di un capo". Prima Bossi, poi Maroni, ora Salvini, domani chissà, anche se l’esordio della militanza del politico di Cazzago Brabbia, negli anni Ottanta, è stata nel Fronte della Gioventù, l’organizzazione giovanile del Msi. Certo, adesso per Giorgetti inizia la partita della vita, cioè la guida del ministero dell’Economia. Un ruolo che i vertici della Lega avrebbero voluto lasciare ad altri, vista la crisi economica che rischia di aggravarsi nei prossimi mesi. Meglio mollare la “patata bollente’’ a un tecnico, si ragionava fino a qualche giorno fa nel circolo ristretto dei salviniani. Ma alla fine è andata diversamente, i tecnici interpellati hanno opposto dei cortesi ma fermi "no, grazie" e la Meloni ha puntato dritto su Giorgetti per il dicastero economico. Un politico, certo, ma “sui generis’’.