Roma, 27 settembre 2019 - Il ghiacciaio di Planpincieux, sul massiccio del Monte Bianco, continua a muoversi e ormai è solo una questione di tempo capire quando scaricherà a valle le 250mila metri cubi di ghiaccio fratturate dalla massa principale ed esposte verso la Val Ferret. Il radar installato ieri mattina a 2.200 metri di distanza in linea d’aria dalla lingua di ghiaccio ha mostrato uno spostamento orario verso valle che equivale a 35 centimetri delle 24 ore. Lo spostamento di mercoledì – calcolato con sistemi fotografici – era stato di 30 centimetri, mentre nei giorni precedenti fino a 60 centimetri. "Da martedì a ieri – ha detto il glaciologo Fabrizio Troilo della fondazione Montagna Sicura – ci sono stati due piccoli crolli pari a un volume di 2.500 metri cubi di ghiaccio, l’1% dell’intera massa che potrebbe cadere, ma al momento non è possibile capire l’evoluzione della situazione, se e quando avverrà il distacco e se la massa cadrà a pezzi o in un singolo evento".
Che i ghiacciai alpini si stiano ritirando lo dimostrano i dati dell’ultimo Catasto dei ghiacciai italiani: la superficie è passata dai 519 kmq del 1962 ai 609 kmq del 1989 per arrivare agli attuali 368 kmq: il 40% in meno. Contemporaneamente, il numero dei ghiacciai è passato oggi a 903, contro i 824 nel 1962, un aumento dovuto alla frammentazione determinata dalla perdita di massa ghiacciata. "Il ghiacciaio di Planpincieux – sottolinea il ministro dell’Ambiente Sergio Costa – è il simbolo dell’emergenza climatica". "Oramai – osserva – Massimiliano Fazzini, climatologo dell’Università di Camerino – lo zero termico è sopra i 4.000 metri e lo è anche nel mese in corso. In un hotspot come quello del bacino mediterraneo, caratterizzato da incremento recente delle temperature di alcuni decimi di grado superiore a quello globale, il sistema microclimatico glaciale e periglaciale risente in maniera amplificata di tale segnale termico".
"La quota dello zero termico medio – prosegue Fazzini – annuo si è mediamente innalzata di circa 30 metri l’anno sino a posizionarsi intorno ai 3.400 metri di quota con ovvie ripercussioni sulla evoluzione degli apparati glaciali, in particolare di quelli esposti a solatio o posizionati a quote inferiori ai 3.000 metri che stanno rapidamente sparendo". Legambiente ha organizzato tre giorni di ‘veglie funebri’ per i ghiacciai. Si parte con il ghiacciaio del Lys sul versante valdostano del massiccio del Monte Rosa e dall’inizio del ’900 si è ridotto di oltre due chilometri, da quello del Monviso in Piemonte e quello del Montasio in Friuli-Venezia Giulia.