Giovedì 7 Novembre 2024

Genova, ucciso e decapitato a 18 anni dal datore di lavoro perché voleva cambiare posto

Secondo la Procura il titolare del negozio di barbiere e un collega avrebbero ucciso Mahmoud Abdalla, rinchiuso il corpo in una valigia, chiamato un taxi, trasportato il cadavere fino a Chiavari e qui l’avrebbero mutilato e gettato in mare

I carabinieri in spiaggia e il giovane Mahmoud Abdalla ucciso e decapitato

I carabinieri in spiaggia e il giovane Mahmoud Abdalla ucciso e decapitato

Ucciso. Poi mutilato. Testa e mani mozzate. Poi il corpo gettato in mare. La vittima? Un 18enne. I probabili sicari? Il datore di lavoro e un dipendente del negozio di barbiere per cui lavorava. I motivi? Voleva andare a lavorare per un altro barbiere.

L’omicidio

Mahmoud Abdalla, il giovane egiziano di 18 anni il cui corpo mutilato è stato trovato in mare davanti a Santa Margherita Ligure il 24 luglio scorso, è stato ucciso dopo una lite con il suo datore di lavoro scatenata dal fatto che il ragazzo voleva lasciare il negozio di barbiere di Chiavari per lavorare in un altro esercizio commerciale. Lo si apprende dalle motivazioni del fermo per omicidio volontario aggravato e soppressione di cadavere nei confronti di Abdelwahab Ahmed Gamal Kamel, detto Bob, egiziano di 26 anni residente a Genova e di Mohamed Ali Abdelghani Ali, detto Tito, egiziano di 27 anni residente a Chiavari.

Mahmoud ucciso perché voleva lasciare lavoro
Mahmoud ucciso perché voleva lasciare lavoro

Ucciso, mutilato e gettato in mare

Dalle indagini emergono poi ulteriori particolari. I due infatti prima l'avrebbero ucciso a coltellate spaccandogli il cuore in casa poi hanno messo il cadavere in una valigia e dopo averlo trasportato da Genova a Chiavari in taxi hanno smembrato il cadavere di Mahmoud Abdalla in spiaggia tagliando prima la testa e poi le mani. Subito dopo hanno gettato i resti in mare. Durante i rispettivi interrogatori Ahmed 'Bob' Abdelwahab e Mohamed Ali 'Titò Abdelghani si sono accusati l'un l'altro dello smembramento del cadavere.

Il corpo trasportato in taxi

Sarebbe stato lo stesso tassista a confermare di aver iniziato la propria corsa a Genova, in zona Sestri Ponente e che erano saliti a bordo due ragazzi con due valige di cui una di grosse dimensioni particolarmente pesante. Così pesante che lo stesso tassista aveva invitato i due clienti a metterla nel bagagliaio. L'uomo non ha riconosciuto le foto di Abdelwahab e di Abdelghani ma l'individuazione del suo taxi è avvenuta in sede d'indagine con certezza e il testimone ha riconosciuto il punto in via Vado in cui ha recuperato i due, ovvero davanti a civico 40 dove vive Ahmed Abdelwahab.

La testimonianza di un dipendente

Emergerebbero poi altri particolari che avrebbero portato gli inquirenti a ritenere i due egiziani autori del delitto.  Ahmed 'Bob' Abdelwahab, uno dei due cittadini egiziani indagati per l'omicidio di Mahmoud Abdalla, il ragazzo massacrato nella notte tra il 23 e il 24 luglio, ha detto a uno dei dipendenti della sua barberia di Chiavari che il ragazzo era morto un'ora prima che venisse recuperata la prima mano mozzata sulla spiaggia di Chiavari. La testimonianza del dipendente è stata definita “significativa” dagli investigatori anche grazie alla ricostruzione puntuale di quanto accaduto. Il testimone ha riferito che Ahmed 'Bob' Abdelwahab e Mohamed Ali 'Titò Abdelghani erano arrivati domenica pomeriggio a Chiavari e si erano fermati entrambi a dormire nell'appartamento dietro il negozio. Il lunedì successivo sarebbe stato giorno di riposo, ma 'Bob' gli ha chiesto di andare a lavorare e il testimone si è recato alla barberia alle 15. Dopo avere effettuato due tagli ad altrettanti clienti, operazione per la quale ha impiegato circa 40 minuti, 'Bob' gli ha comunicato la morte di Mahmoud. Dunque Bob ha rivelato che il ragazzo era morto un'ora prima che venisse ritrovata la prima mano mozzata su una spiaggia di Chiavari, mano che è stata recuperata dalla polizia giudiziaria solo dopo le 17.

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Le indagini e le decisioni della Procura

Il Pm della Procura di Genova, Daniela Pischetola, ha disposto il decreto di fermo nei confronti di due cittadini egiziani Abdelwahab Ahmed Gamal Kamel e Mohamed Ali Abdelghani per l'omicidio di Mahmoud Sayed Mohamed Abdalla e per soppressione di cadavere.

La decisione del magistrato è stata presa nella tarda serata di ieri dopo l'interrogatorio durato oltre sei ore dei due cittadini egiziani fermati nella notte tra sabato e domenica dai carabinieri del Nucleo investigativo e dalla Compagnia di Chiavari. Mahmoud, 18 anni, è stato ucciso nella notte tra domenica 23 e lunedì 24 luglio e gettato in mare. Il suo corpo, con testa e mani mozzate, è stato ritrovato nelle acque antistanti il porticciolo di Santa Margherita Ligure.

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