Giovedì 7 Novembre 2024
Cronaca

Il taxi, le valige, il corpo mutilato: cosa è successo a Mahmoud Abdalla e come sono stati incastrati i presunti assassini Bob e Tito

L’utilizzo delle telecamere e delle celle telefoniche per ricostruire gli spostamenti degli uomini (uno è il titolare del salone da barbiere dove lavorava il ragazzo) che avrebbero ucciso in 18enne perché “voleva cambiare il lavoro”

Le foto di Mahmoud Abdalla Sayed Mohamad che era arrivato, monorenne, in Italia su un barcone

Le foto di Mahmoud Abdalla Sayed Mohamad che era arrivato, monorenne, in Italia su un barcone

L’avrebbero ucciso con alcune coltellate (una inferta al cuore). Avrebbero messo il cadavere in una valigia (non è ancora chiaro se dopo averlo mutilato tagliando testa e mani). Avrebbero caricato la valigia su un taxi. Si sarebbero fatti trasportare fino alla spiaggia di Chiavari e qui avrebbero gettato le parti del corpo di Mahmoud Abdalla, 18 anni. A ucciderlo così sarebbero stati il suo datore di lavoro (un barbiere) e un collega. La colpa del 18enne? Voler cambiare posto di lavoro (probabilmente passando alla concorrenza). Questo avrebbero almeno stabilito le indagini della Procura di Genova che hanno portato all’arresto dei due egiziani sospettati di omicidio e smembramento di cadavere.

Ma come si è arrivati a questa ricostruzione dei fatti?

È stata un'importante e sofisticata attività di indagine coordinata dal pm Daniela Pischetola della procura di Genova a portare i carabinieri ai presunti responsabili dell'omicidio di Mahmoud Abdalla e dello smembramento del suo cadavere.

Oltre alla conoscenza del territorio, sono stati i dati forniti dalle celle telefoniche incrociati con l'analisi delle immagini delle videocamere di sorveglianza a portare all'arresto dei due cittadini egiziani 'Bob' Abdelwahab e 'Tito’ Abdelghani.

Tra i tanti passaggi che dimostrano l'accuratezza delle indagini quello relativo alla valigia scura "di grandi dimensioni” che la video sorveglianza mostra esser “portata sollevata e caricata sulle spalle: dalla posizione si evince che esso è molto pesante e non viene ragionevolmente trascinato con l'ausilio delle sue ruote per non fare rumore”.

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Sono le 3:07 del mattino. La videosorveglianza li 'segue’ fino alla pista ciclabile lungo la sponda destra del fiume Entella poi, non essendoci più telecamere, i due scompaiono per ricomparire dopo 49 minuti. Dal punto dell'ultima ripresa alle 3:07 al luogo dove è stata trovata la prima mano mozzata c'è una distanza di circa 160 metri. Al ritorno, annotano gli investigatori, i due vengono 'riagganciati’ dalla telecamera alle 4:10.

La valigia viene trasportata, a differenza del viaggio d'andata, con facilità: le immagini mostrano gli indagati mentre trasportano con cautela la valigia sollevata oltre il cancelletto pedonale, evidentemente per rientrare nella barberia. Anche in questa occasione la valigia viene tenuta sollevata per limitare i rumori, ma la posizione con cui viene sorretta dagli indagati (ben lontana dal baricentro e con un solo arto disteso), consente di apprezzare come essa fosse, a quel punto, decisamente più leggera.