Venerdì 6 Settembre 2024
ANDREA GIANNI
Cronaca

Genitori e fratellino uccisi: "Ho chiuso gli occhi a tutti e tre". Il 17enne in cella: provavo pietà

L’interrogatorio di Riccardo. "Lorenzo era morto, papà è accorso e mi ha chiesto perché avessi il coltello". Il giudice: l’assassino resti in carcere, si è accanito con singolare ferocia e ha cambiato spesso versione.

Genitori e fratellino uccisi: "Ho chiuso gli occhi a tutti e tre". Il 17enne in cella: provavo pietà

Riccardo, 17 anni, papà Fabio, 51, mamma Daniela, 49, e il fratello Lorenzo, 12

e Nicola Palma

"Volevo cancellare tutta la mia vita di prima" per superare quel "malessere" che provava da tempo. Per farlo, ha sterminato la famiglia con 68 coltellate, di cui 39 al piccolo Lorenzo. È una delle frasi che Riccardo C., il 17enne reo confesso dell’assassinio dei genitori e del fratellino di 12 anni, ha pronunciato nell’interrogatorio davanti al gip Laura Margherita Pietrasanta per spiegare il raid killer della notte tra sabato e domenica della scorsa settimana nella villetta a Paderno Dugnano.

Il giudice ha disposto la convalida dell’arresto per triplice omicidio e la misura cautelare nel carcere minorile Beccaria, respingendo la richiesta del legale Amedeo Rizza di trasferirlo in una comunità. "È da quest’estate che sto male, ma già negli anni scorsi mi sentivo distaccato dagli altri. Forse il debito in matematica può aver influito – ha dichiarato il 17enne –. Ogni tanto i miei genitori mi chiedevano se c’era qualcosa che non andava perché mi vedevano silenzioso, ma io dicevo che andava tutto bene". E ancora: "Percepivo gli altri come meno intelligenti e spesso non mi trovavo bene in certi ragionamenti o ritenevo che si occupassero e preoccupassero di cose inutili". Dagli atti dell’inchiesta dei carabinieri, coordinati dalla procuratrice facente funzioni dei minori Sabrina Ditaranto e dal pm Elisa Salatino, emerge che il 17enne aveva pure pensato di andare via di casa, magari in Ucraina "per vedere la sofferenza delle persone", ma di aver rinunciato a un proposito che non gli avrebbe consentito di raggiungere il suo "scopo". Il ragazzo ha confermato ciò che era stato ipotizzato sin dalle prime ore dai militari, e cioè che i genitori sono stati richiamati nella cameretta dei figli dalle urla di Lorenzo: "Loro sicuramente mi hanno parlato – ha aggiunto –, chiedendomi cosa fosse successo e perché avessi l’arma in mano, io però non ricordo se li ho colpiti anche in camera loro". Dopo aver ammazzato papà Fabio, mamma Daniela e Lorenzo, Riccardo si sarebbe avvicinato ai tre cadaveri e avrebbe passato la mano sugli occhi per chiuderne le palpebre, "forse per pietà". Al nonno materno – col quale Riccardo parlò la sera prima della strage delle gare di volley e della patente da prendere appena compiuti 18 anni – ha detto che l’avrebbe fatto perché voleva "lasciare i beni materiali" e "staccarsi dai genitori". E il fratellino? "Non sarei riuscito ad abbandonarlo".

Agli investigatori i parenti hanno parlato di una famiglia "normale" e di un ragazzo "bravo, educato, che aiutava in casa". A differenza di quanto spiegato in precedenza, il 17enne ha spiegato al giudice "che è stata la sera della festa che ho pensato di farlo", non nei giorni precedenti. Il gip, però, ha riconosciuto l’aggravante della premeditazione, parlando di "singolare ferocia e accanimento sulle vittime", di "preordinazione dei mezzi" e di "propensione a cambiare e "aggiustare" la versione dei fatti. Nel provvedimento è stata evidenziata la "pericolosità sociale" di Riccardo e la sua "incapacità" di "controllare gli impulsi".