Mercoledì 20 Novembre 2024
DAVIDE NITROSI
Cronaca

Generazione fragile, la psicologa: "Gli adolescenti sono soli travolti dalle emozioni. Educhiamoli con la gioia"

La psicologa Lucangeli: adulti stressati, non sanno regolare paura, noia e quiete. "I ragazzi sono depressi e angosciati. E in questo vuoto i social li danneggiano"

Padova, 8 febbraio 2024 – Dopo la professoressa accoltellata a Varese e i numerosi fatti di cronaca che hanno per protagonisti i ragazzi sempre più giovanissimi, parla la psicologa Lucangeli. 

Studente accoltellato davanti alla scuola a Pieve
Studente accoltellato davanti alla scuola a Pieve

Professoressa Lucangeli, come si spiega questa ’epidemia’ di violenza tra adolescenti?

"Il processo di vulnerabilità dei comportamenti umani fino a 10/20 anni fa si riscontrava negli adulti o nei giovani adulti con l’esaurimento delle risorse in grado di gestire le emozioni – risponde Daniela Lucangeli, professoressa di Psicologia dello sviluppo all’Università di Padova –. Un’ultima ricerca dell’Unicef mostra invece che a esaurire le risorse per la gestione emozionale oggi sono i preadolescenti, l’età si è abbassata".

Che cosa è successo?

"Abbiamo sottostimato il ruolo che le emozioni hanno nel nutrire il cervello umano. Le emozioni non sono la superficie, ma il moto ondoso. La sottostima delle componenti emozionali ha generato una condizione di non salute, è stato tolto lo stato di equilibrio".

E questo contribuisce a generare il disagio negli adolescenti?

"I ragazzi non hanno modo di regolare le emozioni che sono una delle strutture più potenti della specie. Ma l’emozione è un segnale neuro elettrico e biochimico inviato alle strutture del cervello che decidono il comportamento. Se non impari a gestirle agiscono prima che tu possa averne regolato l’intensità".

Da qui atti di violenza inspiegabili?

"La mancata regolazione rischia di produrre i grandi opposti: crisi depressive e ansiogene, autolesionismo, isolamento, o crisi violente. Le emozioni vanno nutrite, regolate, accompagnate, e non si fa usando schede a scelta multipla. Ma tocca all’adulto imparare a gestire in primis le proprie emozioni e insegnare ai bambini e agli adolescenti a regolarle".

L’incapacità di discernere tra reale e virtuale e quindi di comprendere cosa è sbagliato, è stata alimentata dall’abuso dei social e del web?

"I social hanno determinato un pericolo enorme ma perché si sono infilati in una crepa. Il sistema ’noi’, il sistema di relazione, era già indebolito. Il virtuale diventa reale perché il sistema adulto è fortemente stressato. La generazione adulta, diciamo tra i 35 e i 55 anni, ha una vita di estrema complessità dove la gestione delle emozioni non è stata attenzionata".

Nel passato era diverso?

"Non lo sappiamo, ma era tutto più spontaneo e naturale. I bambini stavano coi bambini, i nuclei ampi consentivano figure di presenza. Ora viviamo in nuclei minuscoli dove mancano aggreganti. E la scuola è competizione per acquisire competenze non per stare bene insieme".

Quindi è riduttivo accusare di tutto i social network?

"La tecnologia ha sostituito la fatica della relazione. I like danno dipendenza da dopamina che la persona che smette di giocare con te non ti dà più. Ma il tema è l’adulto: quando torna a casa pone il suo sguardo sul cucciolo o sulla propria rete sociale artificiale? Il problema è che l’adulto non sa più cosa deve fare per regolare la noia, la paura, la gioia, la quiete".

E così lasciamo gli adolescenti in balìa delle emozioni.. .

"L’adolescenza è il momento in cui il cervello struttura la personalità. È delicatissimo ed è importante la capacità di riconoscere il segnale della rabbia e dell’ira. Come affronti uno tsunami se non hai creato un argine?".

Ma come ci si educa alla gestione delle emozioni?

"Bisogna capire che cosa è questa forza vitale e modularla con grammatiche antiche: la forza del respiro, la sintonizzazione, il contatto, lo sguardo, il tono della voce. E poi la gioia: più educhiamo con la gioia più otteniamo".

Dobbiamo cambiare l’impostazione con cui educhiamo a scuola e nelle famiglie?

"Il meccanismo massacrante del giudizio come componente con cui correggiamo i comportamenti genera reazioni di rivendicazione. Se in adolescenza vieni sempre giudicato hai una pulsione di autodeterminazione, diventi il peggiore dei ribelli o dei giudici".

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