Sabato 15 Febbraio 2025
REDAZIONE CRONACA

Garlasco, nuovi particolari: foto del braccio di Stasi con dei segni poche ore dopo il delitto

Sotto le unghie di Chiara Poggi tracce del cromosoma maschile Y. Ora periti e consulenti dovranno stabilire se sono confrontabili con il dna di Alberto Stasi

Chiara Poggi

Milano, 6 settembre 2014  - Importanti novità per le indagini sull'omicidio di Garlasco. Su due margini delle unghie di Chiara Poggi, uccisa nel 2007, sono state trovate tracce del cromosoma maschile Y.  Lo ha appreso l'Ansa in merito agli esami disposti nel processo d'appello bis a carico di Alberto Stasi. Ora periti e consulenti dovranno stabilire se le tracce sono leggibili per poi confrontarle con il dna di Stasi. 

Un paio di foto scattate dai carabinieri di Garlasco poche ore dopo il delitto raffigurano inoltre un braccio di Stasi con un paio di segni che fecero pensare a una colluttazione. Le foto, finite nel fascicolo prima della Procura di Vigevano e poi in quello processuale, per quel che si sa, e ora 'ripescate' dal pg, sarebbero in un certo senso inedite. Sette anni fa non sarebbero state prese in considerazione dagli inquirenti né, quindi, sarebbe stato chiesto all'ex studente bocconiano di spiegare il motivo di quei segni. Qualche settimana fa, invece, sono state di nuovo prodotte dai militari dell'Arma, consegnate al pg che, poi, le ha confrontate per vedere se corrispondessero con quelle già agli atti. Il magistrato, che di certo intende valorizzare questo indizio, ha anche sentito come teste il brigadiere che fece quegli scatti e che fu il primo a parlare con Stasi dopo l'omicidio della sua fidanzata.

Potrebbe invece essere chiesto di posticipare, rispetto ai tempi fissati dalla Corte, la consegna dei risultati del cosiddetto esame della camminata con il quale si sta riproducendo, nei limiti del possibile, quella che fece Stasi quando scoprì il cadavere della fidanzata. Esame che ha lo scopo di capire come mai sulle suole delle scarpe indossate quel giorno dall'ex studente bocconiano, e consegnate agli inquirenti la mattina dopo il delitto, non è stata trovata alcuna traccia di sangue. 

ESAMI ANCHE SULLA BICICLETTA - La Procura generale di Milano sta svolgendo nuove attività istruttorie sul delitto di Garlasco e, in particolare, sul presunto scambio dei pedali tra le due biciclette in possesso di Alberto Stasi, un 'fronte' aperto nei mesi scorsi dalle indagini difensive del legale di parte civile, l'avvocato Gian Luigi Tizzoni. Quella appena trascorsa è stata un'intensa estate di lavoro per il pg Laura Barbaini che rappresenta l'accusa nel processo d'appello bis a carico di Alberto Stasi, imputato per l'omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007. 

Alla fine di luglio è stato convocato nel suo ufficio, come persona informata sui fatti, Marco Panzarasa, ex compagno di liceo di Stasi col quale aveva condiviso anche una vacanza studio in Inghilterra, che il 13 agosto mattina, quando Chiara fu uccisa nella villetta di via Pascoli, si trovava in vacanza in Liguria, a Loano. 

Ieri è stato ascoltato per la seconda volta in pochi giorni dal pg Barbaini un produttore di pedali e, a quanto si è appreso, nelle settimane passate gli uomini del Gico della Guardia di Finanza hanno acquisito documentazione relativa all'ipotizzato scambio dei pedali nella ditta del papà di Alberto, Nicola Stasi, morto dopo la sentenza di Cassazione che ha 'cancellato' la doppia assoluzione del figlio, ordinando l'appello bis. 

Inoltre, i finanzieri hanno sentito i dipendenti dell'officina e il pg altre persone ritenute interessanti ai fini dell'indagine per le loro conoscenze 'tecniche' sulle biciclette. Le nuove indagini della Procura generale ruotano attorno al 'colpo di scena' introdotto nella complicata trama del delitto da Tizzoni che, in una memoria depositata alla Corte d'Assise nel giugno scorso, ha ipotizzato lo scambio dei pedali di due biciclette. Su quella nera, vista da una testimone davanti alla casa di Chiara Poggi, sarebbero state montate parti di un'altra bici sulla quale era stato trovato il dna della vittima. 

Di qui la nuova ricostruzione della parte civile: "Quella mattina Stasi ha usato la bicicletta nera per andare da Chiara, tornando a casa dopo averla uccisa ha lasciato sul pedale tracce del sangue (ma i consulenti di Stasi negano che sia sangue, ndr) dopodiché, sapendo di una testimone che raccontava della bicicletta nera, ha scambiato i pedali convinto che gli inquirenti avrebbero sequestrato proprio quella nera della donna, visto che la testimone ne parlava, e non quella bordeaux che nessuno aveva collocato sulla scena del delitto". La bicicletta nera è stata sequestrata e portata in aula solo durante l'appello bis in cui la Procura generale, 'seguendo' le indicazioni della Cassazione, ha disposto la rinnovazione del dibattimento con nuove perizie e analisi. 

Tra i principali accertamenti sono stati disposti esami per individuare il dna mitocondriale da un capello corto castano chiaro trovato nel palmo di una mano della vittima e sui margini delle unghie della ragazza e la ripetizione dell'esperimento della camminata di Stasi sulla scena del crimine. Sempre alle biciclette in possesso di Stasi potrebbe essere stata legata l'audizione di Panzarasa, ascoltato già sette anni fa dai carabinieri di Vigevano nei giorni successivi all'omicidio perché ritenuta una delle persone più vicine all'ex studente bocconiano. 

Le nuove indagini di Barbaini vanno inquadrate nella facoltà concessa all'accusa dall'articolo 430 cpp di svolgere indagini integrative anche in questa fase del procedimento. Attività di cui, al momento, i legali non sanno ufficialmente nulla perché il pg non ha depositato alcun atto in cancelleria. Tutto il materiale raccolto da Barbaini dovrà comunque essere portato all'attenzione della Secondo Corte d'Assise che valuterà se farlo entrare nel processo, ritenendolo utile ai fini della sentenza. La prossima udienza è fissata all'8 ottobre ma prima c'è un'altra scadenza importante, il 22 settembre, data entro la quale i periti dovranno depositare i loro accertamenti.