Lunedì 25 Novembre 2024
REDAZIONE CRONACA

Casteldaccia, rabbia ai funerali: "Abbandonati dallo Stato"

Dolore, commozione ma anche amarezza all'addio alle 9 persone uccise dal fango nella villetta abusiva

Giuseppe Giordano durante i funerali della sua famiglia, morta a Casteldaccia (Ansa)

Giuseppe Giordano durante i funerali della sua famiglia, morta a Casteldaccia (Ansa)

Palermo, 6 novembre 2018 - L'intera città di Palermo si stringe intorno a Giuseppe Giordano, l'uomo che oggi deve dare l'addio a moglie, figli, genitori, fratelli: 9 persone inghiottite dal fango nella villetta abusiva di Casteldaccia dove vivevano in affitto. C'è dolore, ma anche tanta rabbia. "Non c'era nessun del governo nazionale. Siamo stati abbandonati come sempre... la Sicilia abbandonata dallo Stato", si è sfogata Marinella Arena, una cugina diventata suo malgrado portavoce della famiglia. Alle esequie erano presenti rappresentati delle forze dell'ordine, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, quello di Casteldaccia, Giovanni Di Giacinto, e il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci.

La cattedrale è strapiena, la folla s'accalca nella via che porta alla chiesa e sorregge così, quasi fisicamente, le nove bare. L'emozione si sente nell'aria, satura tutto. Al passaggio di uno dei feretri bianchi, un coro si alza dalla folla: "Federico, Federico sempre nel cuore". Sono i compagni del 15enne eroe, che è morto tentando inutilmente di salvare la sorellina di un anno. All'ingresso della cattedrale sono state appesi decine di palloncini bianchi.

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Dolore, lacrime ma anche amarezza. Per quella casa presa in affitto senza che nessuno avvertisse la famiglia della pericolosità della zona. E la cugina Marinella rivela: "I proprietari della villetta volevano venire oggi ai funerali ma gli è stato impedito. Penso che sia meglio che stiano a casa...". I proprietari dell'immobile spazzato via dal fango, continua la parente, hanno anche tentato di contattare la famiglia, ma "per Giuseooe oggi il dolore è troppo grande. Da quando è successo non dorme, non mangia, non ragiona più. Dice solo 'devo sistemare nove morti'". 

Sia all'entrata che all'uscita della chiesa, i feretri sono accolti da lunghi applausi, mentre le campane suonano a morto. Comprensibilmente affranto Giuseppe Giordano, 35 anni, che ha visto morire la moglie, Stefania Catanzaro, 32 anni, la figlia di un anno, Rachele, e il figlio Federico, di 15 anni. Morti anche i genitori di Giordano: Antonino, 65 anni, e Matilde Comito, la sorella Monia, 40 anni, il fratello Marco, 32 anni, travolti e uccisi pure il nipote di tre anni, Francesco Rughoo, e la nonna 65enne del piccolo, Nunzia Flamia  

Nell'omelia monsignor Giuseppe Oliveri rimarca: "È lecito e forse anche doveroso, che ci si interroghi per cercare di dare una spiegazione a quello che appare inspiegabile e, comunque, inaccettabile. Ma speriamo vivamente che lo si faccia non per alimentare inutili polemiche o favorire il ben noto e insopportabile rimpallo di responsabilità, quanto per rendere giustizia, nella verità, a chi non c'è più e porre i necessari provvedimenti affinché si eviti il ripetersi di tali eventi" 

L'INCHIESTA - Intanto continua incessante il lavoro del procuratore di Termini Imerese Ambrogio Cartosio che sta passando al setaccio tutta la documentazione sequestrata nei giorni scorsi dal Comune di Casteldaccia per fare luce su quanto accaduto sabato sera. "Stiamo lavorando senza sosta - dice - per guardare e studiare tutte le carte a nostra disposizione". Al momento la Procura indaga per omicidio colposo e disastro colposo contro ignoti. Ma la situazione potrebbe presto cambiare perché si annunciano sviluppi "importanti". Intanto tutta la zona attorno alla casa alluvionata è stata posta sotto sequestro.

VIDEO / La casa della strage andava abbattuta

FOTO / Fiori bianchi e lacrime alla camera ardente

FOCUS / Due famiglie distrutte: chi sono i 9 morti

LA VILLA GIA' ALLAGATA - Emergono nuovi particolari: la villa della strage, racconta a Repubblica  il proprietario, Antonino Pace, era già stata devastata da un'esondazione del fiume Milicia.  "Il fiume andò in piena e invase tutto, il giardino, la casa, distrusse tutti i mobili, fece un sacco di danni - ricorda - Ho perso tutto, non ho avuto nessun risarcimento, ho dovuto pagare tutto io ma mi sono disamorato. Così ho deciso di andarmene e prendere un appartamento in città. Era il 2008 e fino a quel momento in quella casa ci avevo abitato".  Cioè: lei se n'è andato perché la casa non era sicura e l'ha affittata a Giuseppe Giordano? "No, ma che affittata? Nessun contratto di affitto, gliel'ho data in amicizia".