Frosinone, 12 marzo 2024 – Si punta su prostituzione e droga per dare un contorno definito alla sparatoria mortale di Frosinone. Sabato sera all’ora dell’aperitivo due gruppi di albanesi si sono fronteggiati in pieno centro, nel dehor del bar Shake. Bilancio pesantissimo: morto il 27enne Kasemi Kasmi, raggiunto dai colpi di pistola sparati contro di lui ed i suoi tre amici – rimasti feriti – da Michea Zaka (23 anni).
La ricostruzione
Kasmi con il fratello e due amici era entrato nel locale per affrontare l’avversario, “gelosia per una donna contesa”, hanno detto dalla comunità albanese alla Squadra mobile. Ma in Procura non ci credono e continuano a battere la pista della droga e della prostituzione. Il questore Domenico Condello ha disposto l’aumento della sorveglianza per evitare qualsiasi coda a quella sparatoria.
Si cerca l’arma del delitto
I poliziotti della Squadra mobile diretti da Flavio Genovesi stanno cercando l’arma del delitto con l’aiuto dei Vigili del fuoco. Si tratta di una calibro 22 dalla quale sono stati esplosi sette colpi e che Zaka ha ammesso di avere gettato a ridosso del ponte sul fiume Cosa di via Verdi. È finita tra i rovi, in una specie di discarica piena di lattine vuote: le ricerche sono state compiute con i metal detector e con alcuni labrador.
L’interrogatorio
Ieri si è tenuto in carcere l’interrogatorio di garanzia per Michea Zaka, assistito dall’avvocato Marco Maietta: si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Il caso Frosinone
Non mancano i precedenti di sparatorie. Negli ambienti investigativi si fa notare che la città, tra Napoli e Roma, si presta anche per la logistica alle attività criminali legate allo spaccio di droga.
Le telecamere del Comune
Come aveva spiegato il sindaco di Frosinone, Riccardo Mastrangeli, le telecamere del Comune sono state fondamentali per arrivare a ricostruire quello che è successo.