Roma, 30 marzo 2018 - La morte di Fabrizio Frizzi ha colpito l'opinione pubblica come non accadeva da anni: la commozione dei funerali, il dolore della moglie Carlotta e degli innumerevoli colleghi, i ricordi personali e professionali hanno accomunato, si può dire, l'intera Italia nell'addio all'amatissimo conduttore. Ma anche un sentimento di lutto così condiviso non è immune da polemiche. Ed è destinato a far discutere il lungo post su Instagram di Michelle Hunziker, che risponde agli attacchi social nei suoi confronti spiegando perché non ha scritto nulla sulla morte di Frizzi. Senza mai citarlo - parla di "caro collega, che ho amato come tutti moltissimo", la Hunziker rivendica in sostanza la libertà di elaborare il lutto in modo privato e personale.
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"In questi ultimi 2 giorni - scrive la showgirl - ho riflettuto riguardo un fenomeno assurdo che sta accadendo nel 'mondo dei social' e che, con mio grande dispiacere, mi ha toccato da vicino. Molte, troppe persone stanno perdendo completamente il senso della vita reale sentendosi in assoluto potere, nella loro ipocrisia, di decidere cosa sia giusto dire o fare in determinate situazioni o a seguito di determinati fatti del quotidiano. Un esempio lampante è il modo in cui queste persone sui social si aspettino di come gli 'altri' debbano affrontare il proprio lutto. Danno per scontato che un personaggio pubblico debba per forza postare sempre qualcosa o rispettare un assurdo silenzio imposto quando qualcuno purtroppo viene a mancare".
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E ancora: "In primo luogo, da che mondo è mondo, ognuno dovrebbe affrontare il lutto come vuole, come può e a sua completa sensibilità e discrezione. Non è assolutamente detto che si abbia sempre voglia di rendere pubblico il proprio dispiacere sui social e non è nemmeno detto che una persona non soffra perché non lo annuncia in un post. I social network, per me, sono e dovrebbero restare un posto dove tutti possono dare sfogo alla propria creatività e non il contenitore di falsa moralità e totale ipocrisia. Mi sono personalmente venute a mancare molte persone care nella vita e ogni volta cerco di affrontare il mio lutto con amore, l’unica via possibile per me". E la chiusa: "Spero pertanto che tutti coloro che mi hanno scritto come devo o non devo affrontare la scomparsa di un caro collega, che ho amato come tutti moltissimo, si facciano un esame di coscienza".
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