Giovedì 14 Novembre 2024
RICCARDO JANNELLO
Cronaca

L’anno terribile delle Frecce Tricolori: da Pony 5 al tragico incidente di Caselle Torinese

Ad aprile era morto con il suo ultraleggero il capitano Alessio Ghersi, tra i leader della pattuglia acrobatica nazionale. La strage di Ramstein

Roma, 16 settembre 2023 – Pony 5 nel gergo delle Frecce Tricolori è il secondo gregario alla destra di Pony 1, il comandante in volo della Pattuglia acrobatica nazionale, onore e vanto non solo della nostra Aeronautica Militare, ma gloria assoluta per gli enormi successi che ottiene in tutto il mondo.

A parere degli esperti, quella italiana è la migliore nello svolgere le sue evoluzioni nei cieli. Ma purtroppo non è immune da incidenti come quello di Caselle. Fortunatamente pochi, rispetto ai rischi corsi, ma drammatici nella loro evoluzione. Anche se questo annus horribilis per quel che è successo a Torino – dove l’Air Show in programma oggi è stato annullato – era iniziato con un incidente che aveva privato le Frecce di uno dei suoi leader, appunto il Pony 5, capitano Alessio Ghersi (sostituito dal maggiore Federico De Cecco, ex Pony 10, ovvero il solista), che era precipitato a bordo di un ultraleggero mentre faceva provare il fascino del volo a un parente.

La tragedia è avvenuta il 29 aprile scorso in Friuli Venezia Giulia. Il Pioneer 300 della Alpi Aviation pilotato da Ghersi ha perso quota sopra Lusevera e si è schiantato sul monte Musi. Testimoni hanno visto il velivolo precipitare avvolto da una nuvola di fumo.

Un anno sfortunato per le Frecce, in aprile morì Pony 5
Un anno sfortunato per le Frecce, in aprile morì Pony 5

Quando i soccorritori sono giunti nella zona dell’impatto, a ottocento metri di quota, hanno trovato Ghersi e il suo parente carbonizzati. La causa della tragedia è stata di certo un guasto tecnico, il Pioneer è diventato ingovernabile e anche un pilota esperto come il capitano dell’Aeronautica – 34 anni, distintosi in più di una azione combact ready su tutti i fronti caldi del mondo e poi arrivato alle Frecce – non ha potuto portarlo a terra. In manifestazioni acrobatiche ci sono stati altri incidenti con vittime di altri equipaggi, ma quello più drammatico che ha riguardato le Frecce Tricolori è avvenuto a Ramstein, la base aerea Nato in Germania dove si stava celebrando il più importante festival dell’aria, il “Flugtag”. Era il 28 agosto 1988 e in quella occasione perirono tre espertissimi piloti: Pony 10, ovvero il solista, tenente colonnello Ivo Nutarelli; Pony 1, il capo formazione, l’altro tenente colonnello Mario Naldini; e Pony 2, il primo gregario di sinistra, capitano Giorgio Alessio.

Gli Aermacchi MB339 di Naldini e Alessio collisero in volo e precipitarono in fiamme, Nutarelli invece cadde sulla folla provocando oltre alla sua morte quella di altre 67 persone e il ferimento di 346 che stavano assistendo all’acrobazia. Una tragedia che fermò per tre anni i voli della Pattuglia in Germania e che dietro di sé ha a distanza di così tanto tempo ancora una patina di mistero. Perché Nutarelli, 38 anni, palermitano, e Naldini, 41 anni, fiorentino, erano piloti così esperti che non possono, si disse, avere commesso un errore come quello che provocò l’incidente.

E allora si scoprì che i due piloti, che prima delle Frecce erano di stanza all’aeroporto Baccarini di Grosseto come istruttori del 4° Stormo intercettori sui Lockeed TF104 G, erano in volo la sera della tragedia del Dc 9 di Ustica, il 27 giugno 1980, e dal loro biposto di ritorno da una esercitazione a Villafranca di Verona partì un allarme sicurezza relativo all’aereo dell’Itavia che stava andando incontro al suo drammatico destino.

I due piloti viaggiarono per qualche tempo parallelamente al Dc9 prima di atterrare a Grosseto, pochi minuti prima della caduta del jet di linea e il perché di quell’allarme non venne mai specificato. Qualcuno ipotizzò pure che fosse stato il loro aereo ad abbattere il Mig libico ritrovato sulla Sila. Congetture che non hanno portato a una spiegazione né per la tragedia dell’aereo civile né per Ramstein, anche se il fratello di Nutarelli non si è mai dato per vinto.

Per la tragedia in Germania fu decretata l’assenza di qualsiasi nesso con la vicenda di Ustica perché erano passati otto anni e “i due piloti avevano superato l’eventuale trauma di quella sera” e perché il nesso fra causa ed effetto – la strage di civili – sembrò assolutamente fuori misura.

Ma che gli Aermacchi di Nutarelli e Naldini potessero essere stati sabotati qualcuno lo ha sempre pensato. Al di là delle tragedie durante le acrobazie, velivoli dell’Aeronautica sono stati tragici protagonisti di alcune altre stragi: le più gravi quella della scuola di Casalecchio sul Reno il 6 dicembre 1990 con 12 studenti uccisi e 88 feriti, e quella del 3 marzo 1977 sul monte Serra nei pressi di Pisa quando per lo schianto di un Hercules C130morirono 44 militari fra i quali 38 cadetti dell’Accademia navale di Livorno.