Giovedì 21 Novembre 2024
REDAZIONE CRONACA

Francesco Spano si dimette, la lettera al ministro. E sulla chat di FdI spuntano frasi choc

Giuli: “Contro di lui barbaro clima di mostrificazione”. Decisione anticipata dal Fatto Quotidiano dopo l’annuncio di Report: “Due nuovi casi Boccia” al Mic

Francesco Spano, Capo di Gabinetto del ministero della cultura

Francesco Spano, Capo di Gabinetto del ministero della cultura

Roma, 23 ottobre 2024 – Non c’è pace al Ministero della Cultura. Dopo il caso Boccia che ha portato alle dimissioni di Gennaro Sangiuliano, arriva un’altra tegola sul dicastero di via Collegio Romano. Il pisano Francesco Spanocapo di gabinetto nominato tra le polemiche da Alessandro Giuli, si è dimesso dopo le fibrillazioni nel governo per l’annuncio di Report di nuove rivelazioni sull'avvicendamento al Mic. Una decisione che era nell’aria, come anticipato dal Fatto Quotidiano, che aveva parlato di pressioni politiche degli ultimi giorni legate proprio all’annuncio di Ranucci. Secondo il quotidiano, la decisione di dimettersi sarebbe stata presa insieme a Giuli e ne sarebbe stata informata anche la premier Giorgia Meloni.

La lettera di dimissioni

In una lettera al ministro, Spano ha spiegato le ragioni della sua decisione a soli 10 giorni dalla sua nomina al posto di Francesco Gilioli: "Egregio signor ministro, con sofferta riflessione mi sono determinato a rassegnarle le mie dimissioni dal ruolo di capo di gabinetto della Cultura con cui ha voluto onorarmi –  scrive Spano –. Il contesto venutosi a creare, non privo di sgradevoli attacchi personali, non mi consente più di mantenere quella serenità di pensiero che è necessaria per svolgere questo ruolo così importante. Nell'esclusivo interesse dell'Amministrazione, pertanto, ritengo doveroso da parte mia fare un passo indietro. Ciò non mi impedisce, evidentemente, di esprimerle la mia profonda gratitudine per la stima e il sostegno che mi ha mostrato senza esitazione".

Approfondisci:

Francesco Spano nominato capo di gabinetto al MiC, Giuli ignora le polemiche di Pro Vita

Francesco Spano nominato capo di gabinetto al MiC, Giuli ignora le polemiche di Pro Vita

Giuli: “Su Spano clima di mostrificazione”

Immediata la reazione del titolare del dicastero, che ha espresso solidarietà al suo ormai ex capo di gabinetto. "Con grande rammarico, dopo averle più volte respinte, ricevo e accolgo le dimissioni del capo di gabinetto, Francesco Spano. A lui va la mia convinta solidarietà per il barbarico clima di mostrificazione cui è sottoposto in queste ore – ha dichiarato il ministro –. Non da ultimo, ribadisco a Francesco Spano la mia completa stima e la mia gratitudine per la specchiata professionalità tecnica e per la qualità umana dimostrate in diversi contesti, ivi compreso il ministero della Cultura". 

La polemica dopo la nomina

La nomina di Spano a Capo di Gabinetto è stata da subito al centro delle polemiche per la vicenda del presunto scandalo Unar rilanciata dall'associazione Pro Vita dopo la nomina di Giuli. L’associazione aveva anche avviato una petizione che ha raccolto 15mila firme e accusato: “Finanziò con 55mila euro un'associazione LGBTQ che praticava prostituzione e scambismo". Vicenda per la quale Spano è stato assolto. Avvocato, 47 anni, nato a Pisa, Spano ha insegnato a Siena e Tor Vergata, la carriera di Francesco Spano inizia nel centrosinistra: è stato collaboratore di Giuliano Amato, prima di approdare alla Fondazione MAXXI, in cui ha ricoperto il ruolo di segretario generale a più riprese e dove ha conosciuto Giuli che del Maxxi era presidente. Esperto di dialogo interculturale e interreligioso, è stato consulente per il Pd in merito a questioni di immigrazione, pari opportunità, e tutela delle minoranze.

Frasi choc nella chat FdI, si dimette coordinatore

Intanto sempre il Fatto ha svelato una chat di FdI in cui sarebbero apparsi insulti al capo di gabinetto ("è un pederasta... ha posizioni ignobili sui temi Lgbtq") suoi orientamenti sessuali e per le sue posizioni sui temi Lgbtq. Spano era infatti finito nel mirino della destra e anche dell'associazione Pro Vita & Famiglia per essere stato accusato di aver finanziato, quando era direttore dell'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (Unar) un'associazione Lgbtq, Anddos, accusata di favorire la prostituzione nei propri circoli. Il messaggio con attacco omofobo dell'esponente FdI è diventato un caso e l'autore, il coordinatore locale Fabrizio Busnengo, sarebbe stato rimosso dalla chat e si sarebbe in seguito dimesso dall'incarico.

Busnengo: "Nessun attacco personale”

"Non volevo attaccare Spano sul piano personale, mi sono limitato a riportare gli umori della nostra base...". Lo dice Fabrizio Busnengo, dopo le dimissioni da coordinatore di Fratelli d'Italia nel Municipio IX a Roma a causa dei messaggi postati in una chat di partito e stigmatizzati dal coordinatore romano di FdI Marco Perissa. 

“Per prima cosa, rimango esterrefatto che chat interne al partito vengano diffuse così e inviate a organi di stampa. Detto ciò, lungi da me attaccare Spano da un punto di vista omofobo, ho semplicemente riportato il sentiment della base elettorale rispetto alla nomina di Spano. Respingo, dunque, le accuse di omofobia. Per quanto riguarda le mie dimissioni, di impeto avevo già deciso per motivi personali e lavorativi di rimettere l'incarico come coordinatore FdI del Municipio IX, il che non vuol dire uscire dal partito" precisa l'esponente di Fratelli d'Italia”.

Ironia in Transatlantico: "House of Collegio romano"

Le dimissioni di Spano sono state accompagnate da battute al vetriolo in Transatlantico, dov’è arrivato il ministro della Cultura Alessandro Giuli per rispondere a un Question time sulla gestione dei musei.  "House of Collegio romano" è la battuta che circola tra deputati e senatori con un chiaro riferimento a “House of Cards - gli intrighi del potere”, serie statunitense che racconta le trame della Casa Bianca e del presidente degli Stati Uniti. Qualcuno ha adattato il titolo al Collegio romano, da mesi ormai alle prese con un terremoto iniziato con il caso Boccia-Sangiuliano e culminato oggi con le dimissioni del capo di gabinetto, già al centro delle polemiche dopo la sua nomina.