Cagliari, 10 luglio 2024 – Vestiti e altri effetti personali. Qualcosa di Francesca Deidda è trovato vicino al ponte romano sul Rio Picocca, nell’area a sud di San Vito, battuta da una task force di carabinieri, protezione civile, vigili del fuoco e forestale. Le ricerche sono partite questa mattina alle 7 e si sono concentrate nella zona in cui, secondo gli inquirenti, potrebbe essere stato gettato il corpo di Francesca Deidda, 42 anni, scomparsa il maggio scorso da San Sperate, in provincia di Cagliari.
Il marito sotto accusa
Gli investigatori sono convinti che Deidda sia stata uccisa dal marito, attualmente in carcere con l’accusa di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere. Igor Sollai, camionista di 43 anni, l’avrebbe uccisa, per poi nasconderne i resti. Contestualmente si sarebbe impossessato del suo telefonino, rispondendo per conto della moglie ai messaggi preoccupati di familiari e amici. Un tentativo di depistaggio per allontanare i sospetti di una scomparsa non volontaria. Dal cellulare della Deidda arrivavano Whatsapp rassicuranti. Frasi del tipo “ho bisogno di stare da sola”, “è un periodo no”. Addirittura una mail al datore di lavoro in cui la donna dava le dimissioni. Ma a scrivere non sarebbe stata la 42enne.
Cosa è stato ritrovato
Stamani all’alba, un centinaio di persone, tra carabinieri (con anche lo squadrone eliportato dei Cacciatori di Sardegna), Soccorso alpino, volontari della Protezione civile, Vigili del fuoco, e Forestale, si è dato appuntamento lungo la statale 125 a Quartucciu per pianificare un rastrellamento ad ampio raggio nell'area in cui per l’ultima volta si sarebbe agganciata la cella del cellulare della 42enne, tra Sinnai e San Vito.
Il corpo non è stato trovato ancora ma l'attenzione degli inquirenti si è soffermata su una serie di oggetti personali che appartengono senza dubbio alla vittima, tra cui la custodia dell’apparecchio dei denti che la donna usava, l’astuccio coi cosmetici, un accappatoio con tracce ematiche, il brandello di una felpa: tutto materiale ora all'esame dei carabinieri del Ris. Dall'alveo del corso d'acqua è stato recuperato anche un telo bianco, appallottolato, che sarà oggetto di analisi.
L'area è stata transennata. Sul posto sono il pm della procura di Cagliari, Marco Cocco, che coordina le indagini, e il comandante dei carabinieri compagnia di Iglesias, Fabio Alfieri.
Le auto e la casa al setaccio
Il Ris intanto è al lavoro anche sulle due auto della coppia sequestrate. Agli accertamenti sui veicoli e nella casa dei coniugi al numero 135B di via Monastir prenderanno parte anche anche i consulenti della difesa. “Abbiamo dato incarico per alcuni accertamenti tecnici e investigazioni al fine di di prepararci a un secondo interrogatorio - spiega il legale Carlo Demurtas - al quale Sollai si sottoporrà la prossima settimana”.
L’appello del fratello
"Si spera che lui abbia la pietà di dirci la verità e smetta di negare l'evidenza”, è l’appello lanciato da Andrea Deidda, il fratello della vittima. “Fin da subito abbiamo capito che non si trattava di allontanamento, ma di qualcosa di più grave. In queste lunghissime settimane - scrive - ho dovuto limitare la diffusione della notizia ed evitare ogni genere d'appello per agevolare al meglio il lavoro dei Carabinieri di cui mi sono sempre fidato e continuerò a fidarmi ciecamente”. Per Sollai è scattata la misura cautelare in carcere quando ripetuti contatti con parenti in Olanda hanno fatto pensare a un piano di fuga.
Il movente
Da quanto si è sa, l’autotrasportatore aveva già una relazione con un'altra donna: avrebbe voluto separarsi dalla moglie, ma non voleva perdere i beni, tra cui la casa di San Sperate. Questo il movente ipotizzato dagli investigatori.