Martedì 16 Luglio 2024

Il sangue sulla roccia è di Francesca Deidda, anche il bite dentale. Svolta nell’inchiesta

L’esame del Dna conferma: le tracce trovate sono della 42enne scomparsa. Giovedì l’interrogatorio del marito, in carcere con l’accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere

Cagliari, 16 luglio 2024 – Il bite dentale e le tracce di sangue su un pezzo di roccia, sono di Francesca Deidda. Gli esami del Ris di Cagliari hanno confermato quanto già gli investigatori davano per assodato. Il Dna estratto dagli oggetti ritrovati in zona San Vito, nei pressi del ponte romano sul rio Picocca, combacia con quello rilevato nella casa di San Sperate, dove Deidda viveva con Igor Sollai.  L’ex marito è in carcere, indagato per omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere: secondo gli inquirenti, ha ucciso la donna e poi si è disfatto del cadavere. Le forze dell’ordine da giorni cercano il corpo della 42enne, scomparsa dal 10 maggio: intanto hanno trovato elementi tangibili della sua presenza, fondamentali per ricostruire cosa sia successo. E oggi sono entrati in scena anche i cani molecolari.

Gli indizi contro Sollai

Nel frattempo Sollai, dal carcere, continua a dirsi innocente, nonostante contro di lui siano stati accumulati indizi inequivocabili. A destare sospetti sull’autotrasportatore 43enne sono stati i messaggi arrivati a familiari e colleghe dal cellulare della moglie dopo la sua sparizione. Frasi rassicuranti: “Voglio stare da sola”, “è un momento no”, che dovevano fare pensare a un allontanamento volontario. Ma Francesca non ha mai risposto alle chiamate. E dall’arresto di Sollai, quello smartphone è muto. Chi indaga non ha dubbi: a scrivere era Sollai, e sempre lui avrebbe inviato, dall’indirizzo di Deidda, la mail con cui la donna dava al suo datore di lavoro le dimissioni. Un licenziamento su due piedi inspiegabile, a cui le compagne del call center non hanno mai creduto. 

L’interrogatorio e il movente

Giovedì prossimo è previsto l’interrogatorio dell’uomo, che ha ammesso di avere una relazione con un’altra donna da un anno a questa parte. Francesca cominciava ad avere sospetti. Per la procura di Cagliari è il movente dell’omicidio: Sollai avrebbe voluto separarsi ma non voleva perdere la casa. Una lite fra i due potrebbe aver innescato tutto.

Nessuna lite, sostiene il camionista: Francesca voleva andarsene, dice, perché tra i due c’era una “crisi”. E lui l’avrebbe accompagnata “nel posto in cui voleva andare” quel 10 maggio. Lo avrebbe fatto con l’auto di lei. Che poi ha pensato bene di vendere.