Cagliari, 19 luglio 2024 – La conferma è arrivata: i resti umani trovati in un borsone nelle campagne di San Priamo in Sardegna sono di Francesca Deidda, la 42enne sparita da San Sperate i primi di maggio e che secondo l'accusa sarebbe stata uccisa dal marito Igor Sollai, 43 anni, attualmente in carcere per omicidio volontario e occultamento di cadavere. Il borsone da calcio era stato recuperato ieri dai carabinieri ai piedi di un albero, nascosto tra rami e terriccio, nelle campagne di San Priamo. La conferma arriva dalla comparazione fatta dai carabinieri del Ris di Cagliari tra il Dna della donna scomparsa e quello prelevato dai resti nel borsone trovato ieri.
Resti mummificati, in parte liquefatti sotto un indumento verde tra le larve di insetti chiusi nel grosso borsone semicoperto di terra e nascosto fra le frasche in una zona isolata di San Priamo, lungo la vecchia strada statale 125, Orientale sarda. E' quel che rimane dell'impiegata in un call center di 42 anni, scomparsa da San Sperate, nel Cagliaritano.
Ma anche ora che il corpo è stato trovato, non cambia la linea difensiva del marito Igor Sollai, autotrasportatore di 43 anni, in carcere a Uta dall'8 luglio scorso. "Sono innocente", dice. Assistito dai suoi avvocati Carlo Demurtas e Laura Pirarba, Sollai sostiene la tesi dell'allontanamento volontario della moglie e lunedì sarà di nuovo sentito in carcere, dopo l'interrogatorio sospeso ieri prima del ritrovamento del cadavere.
La misura cautelare è stata disposta per il sospetto di una fuga in Olanda, dove Sollai ha un fratello al quale ultimamente aveva inviato somme di denaro. Nel frattempo per accertare data e cause della morte il pm della procura di Cagliari Marco Cocco ha affidato stamane l'incarico degli esami necroscopici al medico legale Roberto Demontis, che oggi all'ospedale Brotzu ha eseguito una Tac sui resti trovati nel borsone.
L'autopsia, invece, è prevista non prima del 29 luglio. Sono stati nominati anche due consulenti, che affiancheranno il lavoro del medico legale: l'antropologa forense Giulia Caccia e l'entomologo Stefano Vanin, per l'analisi sulle larve degli insetti necrofagi trovati sui resti nel borsone (repertato dai carabinieri del Ris) e che sono stati congelati.