Cagliari, 10 gennaio 2025 - Francesca Deidda sarà seppellita sabato 12 gennaio alle 10, nella sua Elmas (Cagliari), dov’era nata. Lutto cittadino anche a san Sperate, dove la 42enne viveva. Da misterioso caso di scomparsa a brutale femminicidio. Il marito Igor Sollai, 43 anni, per sei mesi dal carcere ha continuato a professarsi innocente. Poi è crollato e a novembre ha confessato di averla uccisa. L’uomo è assistito dagli avvocati Carlo Demurtas e Laura Pirarba. Accolta la richiesta di giudizio immediato del pm marco Cocco, l’udienza si terrà nella Corte d’assise di Cagliari il 26 febbraio.
Il movente del killer
Sgomenta leggere nelle carte la ricostruzione del movente. Il giudice Ermengarda Ferrarese addebita a Sollai le aggravanti della premeditazione e dei futili motivi. Eccoli: “Porre termine alla relazione coniugale senza dover affrontare i costi della separazione e proponendosi di ottenere invece la proprietà esclusiva dell'abitazione e l'indennizzo (pari a 100mila euro) di un'assicurazione sulla vita” stipulata dalla vittima il 26 giugno 2020, beneficiario il marito.
Il femminicidio di Francesca Deidda
Francesca Deidda, secondo la ricostruzione degli inquirenti, è stata sorpresa nel sonno, di notte, mentre riposava distesa nel divano del soggiorno. Il marito le ha sfondato il cranio con una mazzetta da muratore per almeno sei volte. La vittima ha cercato disperatamente di difendersi, “frapponendo la propria mano destra per proteggersi”. Ma non ha avuto scampo contro la furia omicida del marito.
L’occultamento del cadavere
Il corpo di Francesca Deidda è stato poi nascosto in un borsone sportivo, acquistato nel pomeriggio del 10 maggio e poi ritrovato in una zona di campagna, coperto da terra, frasche e arbusti. Il giudice contesta a Sollai anche di essersi sostituito illegittimamente alla moglie “allo scopo di farla apparire ancora in vita (benché ella fosse ormai deceduta) e impedire, o comunque ritardare, l’avvio delle ricerche e delle indagini”. Per questo dal telefonino della vittima l’uomo aveva inviato messaggi al fratello di lei e alle colleghe. Non solo. L’11 maggio aveva anche scritto una mail all'azienda per formalizzare le dimissioni dal posto di lavoro.
Le parole dell’antropologa Chantal Milani
L’antropologa Chantal Milani, consulente per il fratello della vittima, Andrea, ha ricostruito il delitto attraverso lo studio delle ossa. “Sono state trovate tracce di materiale che poi è stato analizzato dai carabinieri del Ris e si sono rivelate compatibili con una mazzetta, che era in casa”, chiarisce. I punti d’impatto sul cranio sono almeno sei, per la violenza dei colpi inferti la morte dev’essere avvenuta in tempi molto rapidi.