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Papa Francesco, 88 anni, da venerdì è ricoverato al Policlinico Gemelli: ha una polmonite bilaterale
A spezzare il silenzio è verso ora di pranzo don Nunzio Corrao, il cappellano del Policlinico Agostino Gemelli, chiamato affettuosamente da tutti in ospedale il ’rianimatore dello spirito’. Presiedendo una speciale messa per papa Francesco nella cappella intitolata a Giovanni Paolo II al piano terra dell’ospedale, don Nunzio evoca proprio la presenza di Bergoglio: "Che il Signore lo custodisca, che lo rafforzi nel suo ministero, che possa continuare a guidare la Chiesa con la sua saggezza e il suo amore!". In tanti si fanno largo nella cappellina, chi ha una parente ricoverato, chi prende una pausa dalla sala operatoria, chi è venuto apposta per animare con il coro la celebrazione: tutti rivolgono il pensiero lassù, al decimo piano, dove ’il canto’ che ha accompagnato la funzione, auspica lo stesso don Corrao, possa arrivare come angeli che annunciano "la guarigione".
È stata una giornata di preghiera intensa al policlinico. Sempre più persone arrivano nell’ospedale romano per accendere un lumino con il volto di papa Francesco, da appoggiare magari ai piedi della grande statua di Giovanni Paolo II che domina il piazzale. Un monumento a memoria del pontificato del Papa polacco ed anche del suo personale magistero della ’sofferenza’, cui già molti accostano quello di papa Francesco. Wojtyla soffriva con il Parkinson non smettendo di guidare la Chiesa. Francesco lotta con bronchiti croniche e ora la polmonite continuando a governare e diffondere il suo messaggio di speranza.
Alla snocciolata, compaiono piccole scolaresche, religiosi, fedeli che sgranano il rosario, anche curiosi. Tutti con il pensiero rivolto al Papa sospeso, quasi sigillato nell’appartamento riservato ai Pontefici dove solo la visita della premier Giorgia Meloni, in forma privatissima, ha rotto nel pomeriggio un po’ la monotonia del ricovero. Il pensiere più tenero, anche stavolta, è arrivato dai bambini del reparto oncologico ricoverati giusto al piano sotto quello del Papa. I piccoli pazienti gli hanno fatto avere in dono i loro disegni e le loro letterine, c’è Matilde che gli manda auguri e quella che lo stesso Bergoglio chiamerebbe una "buona onda", chiamandolo il nostro "santo" Papa ma senza la ’t’.
Ai disegni si accompagnano anche le lettere dei genitori, in apprensione per i loro bimbi ricoverati come per il Pontefice a cui chiedono la benedizione. Torna in mente l’omelia di don Nunzio a fine mattinata: "Il Papa è instancabile, lavora indefessamente a favore dell’umanità", "invochiamo per lui il dono della guarigione con in mente proprio il Vangelo di oggi che cade a cecio con l’episodio della guarigione del cieco".
Il veterano dei cappellani mette in guardia dalle facili aspettative: "È un passo che ci insegna che la fede è un cammino di progressiva visione, e così la malattia, non è che dall’oggi al domani si guarisce, vorremmo subito che il Papa tornasse in Vaticano, però al Papa non dobbiamo mettere fretta, ci vuole pazienza, la pazienza di Cristo".