Roma, 18 marzo 2025 – “La foto di papa Francesco che ha commosso il mondo risponde a una precisa scelta comunicativa della sala stampa della Santa Sede. In queste situazioni niente è affidato al caso”.
Professor Federico Ruozzi, che significato ha la strategia della Santa Sede?
"Hanno voluto far vedere che il Papa non solo è vivo come qualcuno in rete aveva messo in dubbio, ma anche che sta migliorando tanto che non è allettato, che partecipa alle attività quotidiane come può fare una persona ammalata e nello stesso tempo convalescente. Non è la prima volta”.
Era già accaduto?

"Con Leone XIII, nel 1898. Lui fu il primo. Si diffuse la voce che il Papa non stava bene, e in molti si allarmarono fuori e dentro la Chiesa. Chiamarono un fotografo, fecero ritrarre il Papa e poi diffusero le immagini. Campò altri cinque anni”.
Il fatto di non aver ripreso Francesco dal davanti fa però pensare a che non stia benissimo.
"Certo che ancora non ha recuperato ed evidentemente ci sono dei problemi. Ma se anche l’avessero ripreso non di profilo ci sarebbe stato chi avrebbe comunque obiettato. Già da subito dopo la diffusione della foto c’è chi ha indagato il gonfiore della mano destra, che peraltro si vede appena, c’è chi ha scritto che non lo hanno ripreso in fronte perché ha i cannuli al naso. Se ne sono sentite di tutte, senza limite al peggio”.
È accaduto anche nelle settimane scorse quando è stato diffuso l’audio sempre di Francesco dal Gemelli.
"So di gente che ha preso l’audio e lo ha esaminato con delle macchine specifiche per cogliere chissà quale segnale, come non si capisse che stava parlando una persona ammalata e in difficoltà”.
Ma al di là di qualche deficiente che in rete dice che il Papa è morto, ci sono tanti altri fuori e dentro la Chiesa che sono molto meno deficienti e vogliono insinuare che la lunga decenza del Papa non gli permette di governare.
"Credo che la foto sia indirizzata proprio a loro. A chi insinua che Francesco non sia in grado di governare”.
Erano diretti a costoro anche i continui riferimenti contenuti negli iniziali bollettini medici al fatto che il Papa pur ’in gravi condizioni’ lavorava? Una cosa abbastanza inverosimile. Far ’lavorare’ un anziano di 88 anni intubato e in prognosi riservata come era allora sarebbe stato un atto imprudente, sconsigliato da qualsiasi medico...
"Tutto faceva e fa parte della narrazione per cui il corpo del pontefice, come quello dell’imperatore, fino all’ultimo non si può corrompere. Fino all’ultimo il Papa lavora. Pensiamo a Giovanni Paolo II. Per anni Navarro Valls, che pure era medico, negò che il Papa fosse affetto da Parkinson, quando invece i segni di quella terribile malattia degenerativa erano sotto gli occhi di tutti”.
Il Papa è da più di un mese al Gemelli, e ci starà ancora. Quanto può andare avanti una Chiesa con un Papa allettato per mesi?
"È una domanda cui è impossibile rispondere. Il Papa non è uno yogurt che scade, ma certo il tema ci potrà essere. Se continuasse questa situazione il problema se lo dovranno porre. O magari sarà lo stesso Francesco a porselo”.
Ci sono precedenti nella storia della Chiesa?
"Gli ultimi due pontificati, di fronte a situazioni in qualche modo simili, hanno offerto risposte opposte. Woytjla scelse di restare fino alla fine, quasi creano una pastorale della sofferenza. Mentre Ratzinger mostrò che di fronte all’impossibilità di continuare con efficacia l’esercizio del ministero petrino c’era concretamente la possibilità della rinuncia”.