Mentre vengono convocate tutte le sigle del mondo dell’edilizia e le banche per domani a Palazzo Chigi, le modifiche al decreto sul Superbonus diventano un nuovo caso casus belli nella maggioranza. Fratelli d’Italia difende le scelte fatte ma lancia l’ipotesi di cartolarizzare i crediti come base di partenza del confronto, mentre Forza Italia è pronta alle barricate per tutelare famiglie e imprese. Attacchi prevedibili da Pd e M5S. "Molti hanno passato il cerino a quelli che venivano dopo, il governo Meloni ha dovuto scegliere, non si poteva rinviare", porta la croce il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani (FdI): "Modifiche si potranno fare, ma il nodo è gigantesco".
La destra cita i 110 miliardi di debito pubblico che minacciano i conti. Nella maggioranza si cerca intanto – non senza fatica e addebitando ai precedenti governi le falle che oggi devono essere tappate – un compromesso che renda meno scivoloso il passaggio alle Camera. Il forzista Giorgio Mulè definisce "irrinunciabili" le modifiche. Intanto Tommaso Foti, capogruppo FdI alla Camera, introduce per primo l’ipotesi della cartolarizzazione dei crediti ceduti, come base di confronto con le parti interessate. In sostanza, spiega una fonte vicina al dossier, le attività "illiquide" verrebbero trasformate in titoli e messi sul mercato. Ma, rimarcano gli esponenti di FdI di fronte all’allarme di imprese e sindacati, anche Draghi sapeva che si doveva intervenire ma "non ha potuto farlo per ragioni politiche".