Mercoledì 4 Settembre 2024

Fortuna Loffredo, ergastolo per il patrigno

Delitto di Caivano, la sentenza della Corte d'Assise

La piccola Fortuna Loffredo (Ansa)

La piccola Fortuna Loffredo (Ansa)

Napoli, 7 luglio 2017 - Primo verdetto per l'omicidio di Fortuna Loffredo, la bimba di sei anni morta il 24 giugno del 2014 dopo dopo essere stata scaraventata dall'ottavo piano di un edificio del Parco Verde di Caivano. Raimondo Caputo, detto Titò, patrigno della vittima, è stato condannato all'ergastolo dalla quinta sezione della Corte d'Assise. L'uomo era accusato anche di aver abusato sessualmente della stessa bambina ('Chicca') e di due delle tre figlie minori della ex compagna, Mariana Fabozzi; quest'ultima, imputata per non aver impedito gli abusi, è stata condannata a 10 anni.

I giudici - presidente Alfonso Barbarano e a latere Annalisa De Tollis - hanno dunque riconosciuto l'ipotesi dell'accusa che si basava quasi esclusivamente sulle testimonianze di due delle tre figlie di Marianna Fabozzi, di 12 e 4 anni. Entrambe, nel corso dell'incidente probatorio tenuto nel maggio del 2016 ad Aversa (Caserta) negli uffici della Procura di Napoli Nord, avevano raccontato degli abusi cui le sottoponeva Caputo, con l'acquiescenza della madre; la più grande, amichetta del cuore di Chicca, aveva inoltre ricostruito ciò che accadde il 24 giugno 2014.

IL RACCONTO - "Lui la violentava, lei dava calci. Ho sentito il suo urlo", raccontò la primogenita della Fabozzi, ricordando di aver visto quel giorno Chicca e Titò salire all'ottavo piano e di come lei li avesse seguiti scoprendo quanto accaduto. Un racconto risultato decisivo per gli inquirenti a fronte dei tanti depistaggi posti in essere subito dopo l'omicidio dagli inquilini dello stabile di Parco Verde in cui vivevano, separati da un piano, le famiglie Loffredo e Fabozzi. "Gli adulti hanno ostacolato le indagini, i piccoli hanno permesso una svolta", ha sentenziato il procuratore aggiunto di Napoli Nord, Domenico Airoma, che ha coordinato l'inchiesta.

CAPUTO - "Io non ho commesso l'omicidio, sono state dette troppe falsità su di me", diceva Caputo stamane prima del verdetto. "È vero, sono un ladro ma la bambina non l'ho mai toccata", aggiungeva appellandosi alla "clemenza" della Corte. Alla lettura della sentenza, l'uomo non si scompone. Si dice sereno e aggiunge: "Possono anche darmi 10 ergastoli, io sono innocente".  Massacro di Ponticelli, le Iene da Meloni per riaprire il caso: "Ha preso impegno"