Roma, 7 ottobre 2024 – La Fontana di Trevi diventa a numero chiuso. E a pagamento, almeno per chi vorrà ammirarla da vicino. Sold out già assicurato. Che saranno mai due euro – questo dovrebbe essere il costo del biglietto – per la più plastica meraviglia del neoclassico romano? Solo una moneta in più, oltre alle tante lanciate per decenni accompagnando contestuali desideri (uno dei riti preferiti dai turisti). La manutenzione straordinaria scattata ieri, con finanziamento del Pnrr traguardato al Giubileo, prevede l’installazione di una passerella a ferro di cavallo all’interno della vasca (svuotata) dove i visitatori potranno passare per due mesi godendo di una visuale inedita. La passerella – già installata durante il restauro della fontana finanziato da Fendi nel 2014-2015 – sarà vigilata ma non ancora contingentata: prova generale dell’ingresso non più libero che sarà introdotto a fine lavori di manutenzione limitatamente al catino, nella parte più bassa del monumento.
“Solo quella zona ora è affollatissima – spiega il sindaco Roberto Gualtieri – e questo limita la qualità della fruizione. La nostra volontà è stabilire, con una fase sperimentale, il numero massimo” dei visitatori. “Si conteranno le persone che entrano e poi si aspetterà che escano per assicurare a tutti di poter ammirare la fontana” da vicino, nelle migliori condizioni possibili. “Non è un ristorante”, ci saranno “limitazioni a bere e mangiare”. “È come in un museo, davanti alla Gioconda non ti metti a mangiare”, sottolinea il sindaco. “L’obiettivo è che il turismo sia più slow, rispetti di più la città e lasci un ricordo maggiormente positivo – aggiunge l’assessore al Turismo Alessandro Onorato –. Vogliamo che i turisti se ne vadano con un ricordo più positivo di uno che ti sbava il gelato sulla spalla mentre fa il selfie, oppure getta un pezzo di pizza sperando che la prenda un gabbiano”.
Trovarsi di fronte alle forme straripanti del dio Oceano su cocchio di conchiglia trainato da cavalli alati, affiancato dalle statue della Salubrità e dell’Abbondanza sotto l’armonioso prospetto scandito da colonne corinzie, merita qualche minuto di raccoglimento e incanto. Specie di notte, quando i flussi dell’Aqua Virgo – la condotta inaugurata da Agrippa nel 19 a.c. e ancora esistente – sono esaltati dagli 85 proiettori subacquei installati nel 2019. Uno spettacolo unico. Ora è il momento di pulizie e stuccature: lavori per 327mila euro.
“Il contingentamento – continua il sindaco – scatterà quando il catino sarà pieno. Se il catino non è pieno si potrà liberamente entrare. Altrimenti ci si metterà in fila e gli operatori faranno entrare le persone fino alla capienza massima che ancora non abbiamo quantificato”. Un bimestre di novità anche per le monetine che, per salvare la tradizione, potranno essere lanciate in un cestino. Poi a dicembre, a vasca riempita, “partirà la gestione contingentata della visita alla fontana” abbinata “alla possibilità di un ticket minimo”, è l’anticipazione. Una svolta dagli esiti non disprezzabili sul piano dei futuri incassi finalizzati alla gestione di tanta bellezza. “Il ticket non è l’obiettivo: l’obiettivo è garantire una frequenza migliore”, insiste Onorato, ma i numeri che fornisce – 4 milioni di presenze l’anno nell’intera piazza per una media di 12mila presenze giornaliere – suggeriscono una valorizzazione economica di concreta autotutela. Peraltro senza discriminazioni, perché la parte alta della piazza resterà sempre accessibile senza alcun vincolo a parte la buona educazione: non scontato, in un monumento spesso palcoscenico dei tardi emuli di Marcello Mastroianni e Anita Ekberg.
L’ultima nostalgica felliniana censita in Comune è una turista armena entrata in acqua il 13 maggio scorso – 64 anni dopo i volti iconici de La dolce vita – e multata di 450 euro dai solerti vigili urbani. Contravvenzione persino a buon mercato, considerata l’offesa a un monumento senza eguali che fa parte dell’immaginario popolare italiano. Totò in Tototruffa 1962 vende la Fontana di Trevi all’oriundo americano Decio Cavallo per un anticipo di 500mila lire. Fatti i conti, i due euro che dal primo gennaio Roma si appresta a chiedere, per mezz’ora di possesso visivo e ravvicinato dell’opera, sono un’offerta ancor più irrinunciabile. In un mondo che non regala niente, la strada dei flussi turistici ordinati e remunerati – avviata da Venezia con il numero chiuso e ora dibattuta anche a Firenze – trova a Roma una variante esemplare tra marmi e cascate a cielo aperto.