Venerdì 22 Novembre 2024
VIVIANA PONCHIA
Cronaca

Foggia, picchiato perché gay. Luxuria rivive il suo incubo: "Evitavo alcune strade"

Un 26enne è stato colpito da uno schiaffo e ha ricevuto offese omofobe. I passanti lo hanno difeso L’attivista: ora nella mia città mi chiedono i selfie, ma siamo ancora indietro

Vladimir Luxuria

Vladimir Luxuria

Oggi a Foggia le chiedono i selfie. Ma quando aveva 20 anni un gruppo di ragazzi la prese a botte, come dimostra la foto pubblicata anni fa su Instagram dove ha i lividi e la barba. "Li ho superati entrambi – dice Vladimir Luxuria –. Ma quello che è successo di nuovo in quella città, nella piazza della movida, mi convince che siamo ancora troppo indietro".

Luxuria, lei non è stata menata una volta sola.

"Tante volte. Per strada, a scuola. Diciamo che non ero solo visibile ma fosforescente. E che non è nella natura di una persona trans nascondersi. Ricordo quando in classe strappavo la pagina del libro dove avevano scritto ricchione perché i miei non la vedessero. Mi hanno picchiata anche quando mi sono fatta le sopracciglia. E pensare che oggi è di moda fra i calciatori, addirittura un simbolo di virilità".

È per questo che si è trasferita a Roma?

"Per l’università, perché mi piaceva il mondo dello spettacolo e ovviamente sì, perché volevo sentirmi libera. A Foggia ero famosissima, un target. Avevo diviso la città in zone rosse dove non potevo neanche passare. C’erano comitive agguerrite, tutti uomini, che quando andava bene lanciavano l’insulto, se no le bottiglie o peggio. Speravo che nel 2024 fossimo andati oltre".

La sindaca le ha anche offerto la direzione artistica del teatro comunale.

"Perché mi è andata bene. Ma nessuno dovrebbe avere paura di mostrare la propria affettività, sentirsi vulnerabile. Sogno il giorno in cui a essere considerata anormale sarà la violenza, non l’omosessualità. Non per buttarla sempre in politica, ma chi ha responsabilità e magari scrive libri dovrebbe fare attenzione al linguaggio. Ripetere che siamo un pericolo e minacciamo la famiglia fomenta menti che già stabili non sono".

Cosa fa più male, uno schiaffo o essere chiamata frocio?

"Ci sono schiaffi dati senza mano, i termini che autocelebrano chi li usa come superiore. E vedo nelle ultime generazioni un’aggressività incredibile, sia verbale sia fisica. Certo ci sono i pride, se ne parla di più. Ma il governo resta fondamentalmente ostile nei nostri confronti e inviterei i politici che hanno affossato la legge Zan contro l’omofobia a evitare in queste circostanze l’ipocrisia della solidarietà. Siamo in un vicolo cieco, non si vuole né punire né prevenire".

Andrebbe a cena con il generale Vannacci, per sforzo di comprensione reciproca?

"Sono riuscita a gestire Storace, che oggi è galante e mi apre la porta. Andrei a cena con il generale per prendere i piatti e i vini più costosi e fare pagare lui: il nemico va depauperato. Ma guardi che Vannacci più che esserci ci fa, ha capito che l’unico modo per farsi notare è spararne una dietro l’altra. Mi inchino, magari è pure simpatico".