È diventato l’idolo della community, osannato sui social come il Robin Hood del popolo del multati. Fleximan sta diventando un fenomeno di massa, il giustiziere degli autovelox sta dilagando sui social e sul web, ben al di fuori del “suo“ Veneto. Ma i social possono trasformarsi in una palude insidiosa e nascondere delle trappole. A spiegare cosa rischiano gli ultrà di Fleximan è la procura di Treviso: l’accusa di apologia di reato.
Dai primi applausi virtuali sui social alle esortazioni a ripetere le ‘decapitazioni di massa’ degli autovelox il passo è breve. Sono in aumento le community che esaltano le gesta di Fleximan, considerato un vero “idolo”o “paladino” degli automobilisti. Ma sostenere le imprese illegali di Fleximan può essere pericoloso, gli apprezzamenti spinti sulle piattaforme social potrebbero portare all’accusa di apologia di reato. Lo ha ipotizzato infatti il procuratore di Treviso, Marco Martani, nell’ambito dell’indagine per l’autovelox abbattuto a Riese Pio X. I fan del “vendicatore anonimo” rischiano di finire nell’indagine della magistratura, che potrebbe addirittura ipotizzare il reato di "difesa o esaltazione di fatti o comportamenti illeciti o comunque contraria alle leggi" del codice penale. Per la procura, gli episodi vengono classificati come "danneggiamento aggravato".
Le gesta di Fleximan scatenano appunto le fantasie dei fan sui social, anche sul filo dell’ironia. Dal comico Giovanni vestito da infermiere davanti al velox abbattuto a Mediomen – il ‘super eroe della mediocrità’ di Fabio De Luigi portato al successo dalla Gialappa’s –, sono tantissimi i ‘meme’ di Fleximan. "In America hanno Batman, noi abbiamo Fleximan. L’Italia è con te", recita una vignetta che sta dilagando sui social. E ancora un finto Keanu Reeves alias Matrix che, con il flessibile in mano, declama: "A me il potere".
Patrizia Tossi