Sabato 11 Gennaio 2025
REDAZIONE CRONACA

Finisce dietro le sbarre anche se incinta di 3 mesi. Nuovo caso a Sollicciano

Una trentenne incinta e tossicodipendente finisce in cella a Firenze per tentato furto. Polemiche sul carcere di Sollicciano, già al centro di critiche per le condizioni precarie.

Le proteste dei detenuti fiorentini a inizio luglio, dopo l’ennesimo suicidio in cella

Le proteste dei detenuti fiorentini a inizio luglio, dopo l’ennesimo suicidio in cella

di Pietro Mecarozzi

Nel mezzo della polemica asprissima sul Decreto carceri che investe anche donne incinta e madri con bimbo entro un anno (e la modifica alla previsione della pena differita) ecco che proprio a Firenze, in uno dei penitenziari peggiori d’Italia, una trentenne fiorentina, incinta di tre mesi, con precedenti di polizia, conosciuta come tossicodipendente e senza un tetto sopra la testa, finisce in cella, a Sollicciano.

L’accusa mossa dalla magistratura è tentato furto per aver, insieme ad un complice, cercato di svaligiare una scuola di musica di tablet. Reati spesso dettati dalla disperazione per chi è schiavo della droga e vive di espedienti.

Tutto accade sabato, in pieno giorno. Dopo aver mandato in frantumi la porta a vetri di un ufficio, i due hanno fatto razzia di tablet, notebook e anche di una macchina fotografica. E una volta portato fuori il bottino con dei borsoni, hanno scavalcato una recinzione finendo in un parco pubblico della zona. Peccato che ad aspettarli hanno trovato i poliziotti, avvisati della loro ’visita’ dall’allarme perimetrale e dalle telecamere di videosorveglianza. L’uomo è scappato mentre la ragazza è stata arrestata con l’accusa di tentato furto aggravato in concorso e, su disposizione della pm Ornella Galeotti, trasferita nel carcere di Sollicciano in attesa dell’udienza di convalida in programma per stamani. E, in quella sede giudice e pm potrebbero motivare la scelta della custodia in carcere rispetto alla condizioni di salute e alla vita precaria della donna: in cella, nonostante la gravidanza ma almeno non in mezzo alla strada? Oppure in una struttura protetta?

Il penitenziario fiorentino è da mesi al centro delle polemiche per l’alto numero di suicidi e per le condizioni di degrado in cui versa: cimici e blatte nelle celle, infiltrazioni di muffa sulle pareti, caldo torrido e mancanza di acqua. Numerosi gli appelli delle istituzioni e della politica, che chiedono il suo abbattimento o interventi di ristrutturazione urgenti. Nella struttura, poche settimane fa, si è tolto la vita un detenuto di 20anni ed è andata inscena una violenta rivolta, con due sezione penali incendiate dai detenuti.

Lì è stata reclusa la giovane in dolce attesa – difesa dall’avvocato Alessandra Brianza –, che già un mese scorso si è ritrovata per un altro furto di fronte al giudice: in quel caso, considerata la gravidanza e lo stato di crisi (anche sanitario) del carcere, optò per l’obbligo di firma. La ragazza ha alle spalle un passato tormentato e vive un presente incerto con un ’curriculum’ costellato di furti e reati in materia di stupefacenti.

Non è il primo caso di una detenuta incinta a Sollicciano. A inizio marzo, una 26enne tunisina scoprì di aspettare una bambina dopo essere stata arrestata e incarcerata. La ragazza, dopo alcune complicazioni nel corso della gravidanza, a metà mese perse la bambina, tenuta in grembo per quattro mesi. Si poteva evitare questo dramma.