Lunedì 30 Dicembre 2024
FEDERICO MAGNI
Cronaca

Finanzieri morti in Val Masino, la scalata senza chiodi, l’ancoraggio saltato e la “caduta a catena”: cos’è successo

Sondrio, Alessandro Pozzi, Luca Piani e Simone Giacomelli sono precipitati per 200 metri dal Precipizio degli Asteroidi durante un’esercitazione: ha ceduto la sosta sulla quale si erano assicurati

Da sinistra a destra: Alessandro Pozzi, 25 anni, Luca Piani, 32 anni, e Simone Giacomelli, 22 anni

Val Masino (Sondrio) – La sosta sulla quale si erano assicurati ha ceduto. Ci sarebbe la rottura (o l’uscita) dell’ancoraggio al quale erano legati i tre scalatori della Guardia di finanza all’origine della tragedia che ha sconvolto la Valtellina e le Fiamme Gialle nel primo pomeriggio di ieri. Le vittime sono tre ragazzi del Soccorso alpino della Finanza, tutti valtellinesi: Luca Piani, 32 anni di Sondrio, arruolato nel Corpo nel 2013 e in servizio alla stazione di Sondrio, padre di un figlio di 3 anni; il finanziere Alessandro Pozzi, 25 anni di Sondalo, e Simone Giacomelli, 22 anni anch’egli di Sondrio, entrambi arruolati nel 2022 e in servizio alla stazione di Madesimo. I tre sono precipitati per duecento metri senza che potessero fare nulla per bloccare la caduta: stavano scalando il Precipizio degli Asteroidi, una parete di 500 metri sovrastata da un’altra torre di 250 di granito, in Val di Mello, paradiso dell’arrampicata libera a livello europeo. Una Yosemite Valley delle Alpi, diventata celebre dagli anni Settanta.

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Ieri era in corso una sorta di esercitazione, come facevano spesso le tre vittime. Nella tarda mattinata di ieri i tre, in compagnia di altri due scalatori di una seconda cordata, si trovavano già abbastanza in alto lungo “Amplesso complesso”, una via celebre dell’arrampicata in Italia, che risale il “Precipizio” per circa trecento metri. Un itinerario aperto negli anni Ottanta, dopo gli anni ruggenti del “sassismo”, su alte difficoltà e poco “proteggibile” come si dice in gergo fra gli arrampicatori.

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In Val di Mello, una sorta di santuario per questa disciplina, infatti i chiodi sono pochi o inesistenti. Le soste, quelle su cui gli scalatori si assicurano per progredire nella salita di vie lunghe, sono da “attrezzare” di volta in volta. Una scelta che arriva da lontano, dallo spirito “puro” che hanno mantenuto gli scalatori impegnati in questa valle – un’area interamente ricompresa in una riserva naturale – anche nei confronti delle pareti di roccia. Così hanno fatto anche i tre scalatori quando hanno affrontato la via: la sosta 2 è una “clessidra” dentro la quale far passare un cordino, la sosta 3 uno spuntone di roccia, la sosta 5, invece, è su “friend“, protezioni veloci da posizionare al momento. A circa duecento metri di altezza i tre si sono fermati, si sono assicurati alla parete e a quel punto è avvenuto l’incidente.

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Difficile capire cosa possa aver provocato il cedimento della sosta. Una delle ipotesi è che uno dei tre, dopo essere ripartito, sia caduto: la tensione della corda che lo legava agli altri compagni potrebbe aver provocato lo strappo dalla parete e i tre sono finiti nel vuoto. Illesi gli altri due alpinisti che erano sulla parete in una seconda cordata: sono stati loro a dare l’allarme. L’incidente che ha coinvolto i tre giovani finanzieri ha provocato un grande sgomento.

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“Ho appreso con profonda tristezza la notizia dei tre finanzieri che hanno perso la vita nel corso di una esercitazione in Val di Mello. In questa dolorosa circostanza desidero esprimere a Lei, signor comandante generale, e alla Guardia di Finanza, la mia solidale vicinanza. La prego di far pervenire ai familiari le espressioni della mia commossa partecipazione al loro cordoglio” ha scritto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al comandante generale della Guardia di Finanza, Andrea De Gennaro. “Alle famiglie dei tre giovani militari esprimo il mio profondo sentimento di cordoglio insieme alla mia più sentita vicinanza ai colleghi e alla Guardia di finanza”, ha scritto invece la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. “È con immenso dolore che esprimo, a nome di tutta la famiglia della Difesa e mio personale, i sentimenti del più profondo cordoglio ai familiari dei tre militari della Guardia di Finanza scomparsi”, così il ministro della Difesa Guido Crosetto. Cordoglio espresso immediatamente “anche a nome di tutte le Fiamme Gialle”, anche dal comandante De Gennaro.