Venezia, 20 novembre 2023 – Diventa omicidio volontario aggravato e sequestro l’accusa contro Filippo Turetta, il 22enne ex fidanzato di Giulia Cecchettin indagato inizialmente per tentato omicidio sulla base del video, ripreso dalle telecamere della zona industriale di Fossò, in cui lo si vede colpire la ragazza e caricarla in macchina nella prima sera della loro sparizione l’11 novembre. È la Procura di Venezia titolare dell’inchiesta sulla morte di Giulia Cecchettin.
Il nuovo capo di imputazione
"Il ritrovamento del corpo della ragazza chiaramente necessita il cambiamento del capo di imputazione, che quindi è stato cambiato. È omicidio volontario, allo stato, ma si tratta di una imputazione provvisoria perché dobbiamo fare tutti gli accertamenti tecnici sui luoghi, sui reperti, sulla macchina, dobbiamo sentire la versione dei fatti di Turetta, e solo a quel punto si potrà fare un'impostazione più completa”. Lo spiega il procuratore capo di Venezia, Bruno Cherchi, titolare dell’inchiesta.
Il rientro di Filippo in Italia
Rispetto al rientro in Italia di Turetta, arrestato in Germania e detenuto nel carcere di Lipsia in attesa dell’estradizione, “noi – prosegue il procuratore Cherchi – abbiamo fatto una riunione ieri pomeriggio e siamo in contatto con l'autorità giudiziaria che è competente per territorio, quindi i passi diplomatici sono stati fatti. Stiamo chiedendo il trasferimento in Italia del ragazzo; questo è sottoposto alla procedura penale tedesca, che ha i tempi e i modi che sono lì previsti e di cui naturalmente dobbiamo tenere conto”.
“La fuga di Filippo non poteva durare tanto”
Il procuratore Cherchi ha parlato stamattina nel corso di un incontro all’Università di Padova. “Era chiaro – ha spiegato parlando della settimana in cui Filippo Turetta ha tentato di fuggire - che questa fuga non poteva durare più di tanto, proprio perché si tratta di un soggetto non inserito in ambiti di criminalità organizzata, per cui gli appoggi esterni, anche se ci fossero stati, sarebbero stati limitati e infatti è andata è andata esattamente così. Non si è costituito ma è stato prontamente individuato”.
Lo sviluppo dell’inchiesta
“Dobbiamo ancora valutare i dati di fatto - ha aggiunto il procuratore capo di Venezia - e questo potrà essere fatto solo dopo l'autopsia e dopo gli altri accertamenti tecnici irripetibili, che quindi potranno essere disposti, non fatti, solo dopo che saranno notificate le richieste all'indagato”.
Nessuna ipotesi sulla premeditazione
Sulla possibile contestazione a Filippo Turetta della premeditazione dell’omicidio “noi non ipotizziamo niente – dice Cherchi – Non possiamo fare ipotesi e costruire dalle conseguenze, bisogna fare il contrario: dai dati di fatto si costruisce una specie di metodo scientifico. Tutti i particolari servono solamente a creare ulteriori tensioni e ulteriori problemi. Adesso la macchina è ancora in Germania. Quando avremo la macchina qua potremo fare una valutazione, su questo e su tutte le altre cose, e soprattutto - ha concluso - metterle tutte insieme per capire come si sono dipanati gli avvenimenti”.
L’arma del delitto e il rischio dell’ergastolo
Sull’arma usata per uccidere Giulia il procuratore Cherchi spiega che “per avere la certezza che l'arma sia stata il coltello dobbiamo vedere le tracce e fare i confronti ematici". Mentre resta prudente sulla valutazione della pena che rischia Filippo Turetta, tra cui l’ergastolo: "La pena di Turetta? Dipende dalla qualificazione del reato", ha risposto il magistrato.
L’interrogatorio di Filippo
Il 22enne arrestato in Germania “non è stato interrogato, perché per essere interrogato bisogna che si nomini un difensore. Dobbiamo interrogarlo, ma questo potrà essere quando viene consegnato - ha specificato il procuratore capo di Venezia – Se i tempi della procedura tedesca fossero lunghi – potremmo pensare di andare a sentirlo in Germania. Però questo lo vedremo nei prossimi giorni, dunque fino a quando è nella disponibilità della polizia tedesca”.
“Il clamore sulla vicenda sta creando difficoltà”
Sul clamore mediatico attorno alla vicenda, il procuratore Cherchi ha commentato che Filippo Turetta “ha diritto come tutti gli indagati di essere trattato in maniera serena, obiettiva, da parte non solamente della procura, che garantisce i diritti di tutti quanti in questa fase, ma anche da parte dell'opinione pubblica che deve frenare un momento questa partecipazione emotiva, che può creare e che sta creando difficoltà non alle indagini ma alle persone coinvolte, ai genitori dell'indagato”.
“Il clima non è positivo”
“Il clima non è positivo – ha aggiunto Cherchi -. Io capisco naturalmente l'attenzione per un caso così grave che ha colpito tutti quanti, sappiamo che questa cosa ha colpito moltissimo proprio perché è una cosa che può colpire tutti quanti, perché sono i ragazzi della porta accanto. Però detto questo, ormai purtroppo la ragazza è stata ritrovata e l'indagato è stato arrestato. Ecco, io direi che a questo punto le indagini devono proseguire nella calma e nella serenità che tutte le indagini hanno e devono avere”.