Sabato 27 Luglio 2024

Filippo Turetta, le intercettazioni choc dal carcere. Il padre lo rincuora: “Ci sono altri femminicidi, non potevi controllarti”

Il 22enne che ha ucciso l’ex Giulia Cecchettin avrebbe poi affermato di non aver ancora raccontato tutto all’avvocato: “Magari non ce la faccio”. La conversazione durante il primo incontro dopo il delitto. FI: “Presento interrogazione al ministro”

Verona, 27 giugno 2024 – “Ci sono altri duecento femminicidi. Poi avrai i permessi per uscire, per andare al lavoro, la libertà condizionale. Non sei stato te, non ti devi dare colpe perché tu non potevi controllarti”. Con queste parole, Nicola Turetta ha cercato di rincuorare il figlio Filippo durante il loro primo incontro dopo l’omicidio, avvenuto nel carcere di Verona.

Filippo Turetta (a sinistra) e il padre Nicola. Il giovane è in carcere per l'omicidio aggravato di Giulia Cecchettin
Filippo Turetta (a sinistra) e il padre Nicola. Il giovane è in carcere per l'omicidio aggravato di Giulia Cecchettin

Era il 3 dicembre scorso, poco dopo l’arresto del giovane che è accusato del femminicidio di Giulia Cecchettin che era avvenuto la sera dell’11 novembre. E Filippo Turetta confessa: venne preso arrestato in Germania, a Lipsia, era ancora sulla sua Fiat Grande Punto su cui aveva caricato Giulia a forza. 

La conversazione resa nota ora – che fa parte del fascicolo processuale – è stata intercettata dagli investigatori e pubblicata dal settimanale Giallo e ripresa dal Corriere della Sera e da L’Arena.

L’incontro tra padre e figlio arriva dopo un percorso psicologico che i genitori hanno deciso di seguire prima di trovarsi a tu per tu con quel ragazzo che aveva già ammesso di essere responsabile per l’omicidio di Giulia Cecchettin

“Hai fatto qualcosa, però non sei un mafioso, non sei uno che ammazza le persone, hai avuto un momento di debolezza – le altre frasi di conforto, rivolte al figlio in carcere – Non sei un terrorista, devi farti forza. Non sei l’unico, ci sono stati parecchi altri. Però ti devi laureare”. 

Giulia Cecchettin aveva 22 anni quando venne uccisa l'11 novembre 2024 dall'ex fidanzato Filippo Turetta (foto Ansa)
Giulia Cecchettin aveva 22 anni quando venne uccisa l'11 novembre 2024 dall'ex fidanzato Filippo Turetta (foto Ansa)

Filippo Turetta avrebbe poi chiesto al padre se fosse stato licenziato per colpa sua. Ma l’uomo è subito tornato a mettere al centro il figlio, chiedendogli come si fossero comportati con lui i magistrati. “Meglio di quello che mi aspettavo”, la risposta. 

Il 22enne di Torreglia ha infine espresso la paura di essere abbandonato dall’avvocato, Giovanni Caruso: “Magari non ce la faccio a riferirgli tutto, non ho detto tutto”

Filippo Turetta ha rinunciato all’udienza preliminare, andando direttamente a processo. Stando alle parole del suo legale, la decisione è stata presa in seguito “ad un percorso di maturazione personale del gravissimo delitto commesso, e alla volontà che la giustizia faccia il proprio corso nei tempi più rapidi possibili e nell'interesse di tutti”. Lo stesso Caruso ha affermato che non chiederà la perizia psichiatrica per il suo assistito.

Le reazioni

"Cui prodest? Qual è l'utilità dello sbattere ancora una volta l'imputato in prima pagina, nel suo primo incontro con i genitori dopo l'arresto per l'assassinio di Giulia Cecchettin? – si chiede Marco Vincenzi, coordinatore di Verona Radicale –. Non intendiamo esprimerci sui contenuti della conversazione, ma poniamo all'attenzione le distorsioni di un sistema giudiziario in cui, ancora una volta, un colloquio privato viene intercettato e finisce in pasto all'opinione pubblica. E tutto questo sembra normale".

"Fanno orrore le parole del padre di Filippo Turetta, intercettato in carcere mentre cerca di rincuorare il figlio, detenuto reo confesso per l'omicidio di Giulia Cecchettin – affonda invece la senatrice di Fratelli d'Italia, Susanna Donatella Campione, membro della Commissione bicamerale sul femminicidio –. Cerca di minimizzare la portata del delitto commesso dal figlio. Se fossero confermate tali frasi, certificherebbero quanto come avvocato impegnato da anni in difesa delle donne e come parlamentare so purtroppo da tempo. Spesso, si cela un'educazione tossica dietro certi soggetti che poi compiono delitti come quello commesso da Turetta che non hanno niente a che vedere con il patriarcato ma con un'educazione che crea individui fragili incapaci di tollerare un diniego. La violenza contro le donne si combatte con la cultura del rispetto e con l'educazione in famiglia e a scuola, altrimenti non ci sarà norma, né inasprimento delle pene che potranno invertire definitivamente il trend dei femminicidi”.

"Per quali esigenze investigative sono stati intercettati i colloqui tra i genitori e Filippo Turetta, che è reo confesso? - si domanda il senatore e capogruppo di Forza Italia in Commissione Giustizia a Palazzo Madama, Pierantonio Zanettin.-. Chi ha diffuso le intercettazioni e le foto? È evidente che quel materiale non ha alcuna rilevanza processuale: si tratta solo di voyeurismo su sentimenti di umanità familiare. Ho perciò presentato un'interrogazione al ministro della Giustizia per sapere se intenda assumere iniziative ispettive e verificare, così, possibili violazioni di legge".