Milano, 10 luglio 2023 – Al di là della urgenza nelle indagini, dei passi investigativi per cristallizzare dichiarazioni e completare accertamenti tecnici, c’è un ‘fattore umano’ che viene prima di tutto e su cui insiste l’avvocato Stefano Benvenuto, che difende la 22enne vittima del presunto stupro di Leonardo Apache La Russa, figlio del presidente del Senato, Ignazio: "La mia assistita sta molto male, da quella mattina in cui si è svegliata nella casa del presidente La Russa e ha capito quello che era successo e cosa le era stato fatto non ha più avuto una vita normale, la sua quotidianità di ventenne è stata stravolta e non so come potrà affrontare il futuro, un lavoro, sì, sarà molto complicato per lei".
E ancora: "Le ho promesso che la porterò fuori da questo incubo e mi sono messo in prima persona a cercare tutti i testimoni di quella sera, in queste notti sono tornato io nel club esclusivo frequentato da questi ragazzi (l’Apophis è per soci tesserati) e ho scoperto cose molto interessanti".
A oggi le tre amiche della vittima, che erano con lei quella sera e l’hanno poi persa di vista fino alla mattina successiva, il presidente del Senato, Ignazio La Russa e anche la moglie che, per stessa ammissione del politico, era in casa quella sera, saranno i principali testimoni, secondo quanto confermato dall’avvocato Benvenuto.
Intanto si cerca di identificare con più precisione il secondo ragazzo che avrebbe abusato sessualmente della 22enne, quel dj il cui nome sarebbe stato indicato dalla vittima, ma che non coinciderebbe con l’ospite di casa La Russa, quel ragazzo che dormiva in una camera della grande casa milanese del presidente del Senato. Un errore, forse, dovuto alla comprensibile difficoltà della ragazza di ricordare tutto.
Il resto delle investigazioni è puramente tecnico, le relazioni finali andranno a conferma o smentita dei racconti della presunta vittima che sarà sentita nei prossima giorni, (forse già oggi), e del presunto carnefice. Si parte dalle telecamere interne al circolo frequentato dai rampolli milanesi, l’identità di questi ultimi è ricostruibile anche dalle registrazioni all’ingresso e dal tesseramento, essendo un club. Poi ci sono le testimonianze dei vigilanti esterni ed interni al locale che possono aiutare gli investigatori a ricostruire i movimenti, almeno quelli in entrata e in uscita dal locale. A che ora sono usciti Leonardo Apache e la 22enne diretti verso casa di lui? E con chi sono usciti?
Questi dati andranno incrociati con quelli registrati dalla sorveglianza che c’è davanti al portone di ingresso del palazzo in cui abita il presidente del Senato.
Poi i telefoni cellulari, ormai la scatola nera della vita di tutti, potranno restituire conversazioni interessanti. A completare il fascicolo finito sul tavolo della pm Rosaria Stagnaro del quinto dipartimento, aperto con l’accusa di violenza sessuale ci sarà la relazione del servizio Svs della Mangiagalli, oltre al racconto della vittima cristallizzato nella denuncia del 3 luglio.
Qualora fosse accertato che il racconto, fra l’altro fornito dallo stesso Leonardo Apache, fosse vero e cioè che sia lui che l’amico ospite hanno avuto durante quella notte un rapporto sessuale con la giovane, risultato non consenziente perché lei era drogata, l’accusa per entrambi si trasformerebbe in quella di "stupro di gruppo".