Roma, 4 agosto 2024 – La notizia comincia a rimbalzare sui siti libici di primo mattino: Saddam Haftar, secondogenito di Khalifa Haftar, che in Cirenaica sfida il potere del presidente della Libia Mohamed Younis Ahmed al-Menfha, ha dato l’ordine di chiudere il giacimento petrolifero di Sharara, oggi gestito in joint venture dalla multinazionale dell’energia spagnola Repsol. La tv libica Al Ahrar fa sapere che l’ordine di sospendere l’estrazione è arrivato per una rappresaglia contro un presunto mandato di arresto proveniente dalla Spagna e notificato a Saddam Haftar mentre tornava in Libia dall’Italia. L’accusa è di aver contrabbandato un anno fa un carico di armi intercettato dalla polizia spagnola diversi mesi fa. I media libici parlano di fatti avvenuti in questo fine settimana a Roma, ma in realtà tutto risale al luglio scorso.
Le finali del campionato libico
A ricostruire la vicenda – su cui adesso l’opposizione annuncia un’interrogazione ai ministri Tajani e Piantedosi – è Repubblica : il 21 del mese scorso all’aeroporto di Genova atterra un jet privato con cinque persone a bordo. Poi l’aereo riparte con destinazione Napoli Capodichino. Qui i controlli rivelano che a bordo c’è il figlio di Khalifa Haftar, mentre al Cristoforo Colombo, non si sa perché, la sua presenza non era stata segnalata. Saddam Haftar è in Italia perché il 23 luglio allo Stadio dei Marmi di Roma sono in programma le finali del campionato libico. E nella Capitale gioca l’Al Nasr, squadra di cui è proprietario. Le altre partite si tengono tra la Campania e l’Abruzzo grazie a un accordo tra il governo italiano e quello libico.
La riservata vigilanza
Quando Haftar junior arriva a Capodichino scatta un allarme: nella banca dati risulta una segnalazione di riservata vigilanza proveniente dalla Spagna. Si tratta di una procedura prevista dal trattato di Schengen che però non prevede un arresto ma soltanto la segnalazione in caso di presenza del soggetto nel territorio. Alla fine Saddam rimane per un’ora all’aeroporto ma poi viene lasciato libero di andare. Il motivo della segnalazione nell’area Schengen riguarda un rapporto della polizia spagnola che accusa il figlio del generale di essere implicato in un traffico di armi per le sue armate. La merce è stata intercettata mentre era in viaggio verso Bengasi e aveva uno scalo negli Emirati Arabi Uniti. Le bolle di transito attestavano il trasporto di cibo e sono risultate falsificate. La vicenda è stata raccontata qualche mese fa dal quotidiano spagnolo Cronica e anche all’epoca il figlio del generale aveva fatto chiudere lo stabilimento per rappresaglia.
La chiusura
Questa chiusura invece arriva nella notte tra sabato e ieri. Un gruppo di uomini si presenta nel giacimento che produce 300mila barili di petrolio al giorno. Senza nemmeno far sapere da chi è mandato, ordina a tutti di fermare ogni tipo di attività. Bashir Al-Sheikh, capo del Movimento La Rabbia del Fezzan, dice all’agenzia di stampa Italpress che l’ordine è arrivato per telefono direttamente da Saddam Haftar e fa sapere che nessuno dei suoi militari ha partecipato all’azione. La rappresaglia contro la Spagna, continuano a scrivere i media locali, arriva a causa di un ordine di arresto. Il giacimento petrolifero di El Sharara in Libia è gestito da Akakus, una joint venture della Lybian National Oil Corporation in partnership con Repsol, TotalEnergies, OMV ed Equinor. La volta scorsa la “punizione” era durata una settimana.