Martedì 24 Dicembre 2024
NINO FEMIANI
Cronaca

Questo film non finisce qui. Rivolta a Stromboli: troupe sfrattata

Stop alle riprese della fiction Rai ’Protezione civile’ dopo l’incendio di maggio e la colata di fango ad agosto

Stromboli, 5 settembre 2022 - L’incipit di questa storia ce lo fornisce una scrittrice che ha eletto l’isola a suo domicilio-rifugio, e ha poi scritto un libro, una dozzina di anni fa, che ne assume il titolo: ‘Stromboli’. Lidia Ravera sintetizza perfettamente quello che è successo. Ecco cosa scrisse dopo l’incendio devastante del 25 maggio: "A Stromboli sono gente di mare. E la gente di mare un falò in un giorno che porta scirocco non lo accendono neanche se glielo ordina il Padreterno. Stromboli brucia perché l‘arte (si fa per dire) imita la realtà. Goffamente. Con l’imprudenza della presunzione. Giravano una fiction, sull’isola. Una bella storia: proprio, guarda un po’, sulla Protezione civile e i suoi eroi. Hanno scherzato col fuoco. Le fiamme hanno coperto il verde, da Scari a Piscità, e adesso è tutto nero e secco. Consumati dal calore ulivi, capperi, piante grasse, cespugli sono morti… tutti morti. E c’è da sperare che non piova, perché non essendoci più la protezione del verde, fango e pietre possono coprire le case".

Ambra Angiolini e gli uomini della fiction ’Protezione civile’ al lavoro a Stromboli
Ambra Angiolini e gli uomini della fiction ’Protezione civile’ al lavoro a Stromboli

E invece, il 12 agosto, piove tanto, tantissimo. Zeus, dio della pioggia, un tempo adorato dai coloni greci di Stromboli, è vendicativo, si dimentica di chiudere le cataratte e bombarda l’isola. Decine di abitazioni sommerse da fango e detriti in una catena di Sant’Antonio di disgrazie che sembrano avere origine dalla stessa mela avvelenata: la fiction Rai sulla Protezione civile. Sì, proprio quella che doveva celebrare gli angeli del soccorso, finisce sul banco degli accusati.

Ora la serie diretta da Marco Pontecorvo, protagonista Ambra Angiolini, prodotta da '11 Marzo Film' per Rai1, rischia spostamenti di location e rinvii. A darle una picconata è la protesta corale degli stromboliani che, nella chiesa di San Vincenzo Ferreri, urlano il loro "no pasaran". E così, sotto gli occhi apocalittici del santo che la sua battaglia contri gli eretici l’aveva già combattuta e vinta nel Quattrocento, il sindaco di Lipari, Ricardo Gullo, annuncia il suo niet: "Non si tornerà a girare. Abbiamo deciso di non autorizzare la prosecuzione delle riprese, stante l’atteggiamento assunto dalla produzione sulla vicenda dell’incendio del 25 maggio".

'11 Marzo Film' , infatti, avrebbe continuato a sostenere di essere estranea all’incendio e di non averlo appiccato. A questo punto gli stromboliani non fanno sconti: con il nostro orgoglio non si scherza, se ne parla quando loro saranno collaborativi e pentiti. Rabbia e frustrazione vengono spiegate dalla convinzione che se non ci fosse stato l’incendio, non ci sarebbero stati neppure gli effetti disastrosi del nubifragio, con slavine di fango e smottamenti. L’alluvione avrebbe potuto essere mitigata se alberi e macchia mediterranea non fossero stati ridotti in cenere. Non è bastato, ultimo capitolo di questa tragedia, il gesto generoso di Ambra e di altri attori di manifestare la loro solidarietà presentandosi a spalare il fango. Il romanzo dell’isola si conclude per il momento senza il classico ‘happy end’. Tutti infelici e scontenti.