Lunedì 25 Novembre 2024
MONICA AUTUNNO
Cronaca

Festa islamica, la scuola chiude: "Quel giorno tanti restano a casa"

Pioltello (Milano), il dirigente difende la sua scelta: siamo una realtà multietnica, decisione presa da tempo "Sottomissione culturale? Abbiamo fatto un lavoro enorme per l’integrazione dei ragazzi".

PIOLTELLO (Milano)

"La chiusura della scuola per il fine Ramadan? Un momento di festa in una scuola multietnica e sempre inclusiva". Fa scalpore la scelta della dirigenza e del consiglio di istituto della scuola Iqbal Masih di Pioltello, nel Milanese, di chiudere le porte il 10 aprile, giorno di fine digiuno rituale della ricorrenza islamica. Alessandro Fanfoni, romano, dirige l’istituto pioltellese da settembre 2019: 1.270 alunni fra infanzia, primarie e medie, con una presenza straniera di oltre il 43%, in aumento di 80-100 iscritti l’anno. Scelta scolastica, polemiche politiche. Fra le voci ‘contro’ quelle dell’europarlamentare Silvia Sardone (Lega). Si schiera con il dirigente la sindaca pioltellese Ivonne Cosciotti: "Integrazione vera".

Preside, è l’uomo del giorno.

"Sono sbigottito. Siamo una scuola multietnica, con una percentuale di stranieri elevata. Nel giorno della fine del digiuno del Ramadan abbiamo tanti alunni a casa. Avevamo già in programma la chiusura l’anno scorso, ma saltò per motivi tecnici. Quest’anno abbiamo predisposto tutto per tempo, al consiglio di istituto di maggio, e iniziato un giorno prima a settembre".

C’è chi grida alla "sottomissione culturale".

"Alle polemiche politiche non rispondo. Non c’è niente di politico. Sull’integrazione il nostro lavoro è enorme. Dentro e fuori scuola. Abbiamo ‘scardinato’ la vecchia logica ‘territoriale’ delle iscrizioni per evitare classi ghetto. La presenza dei mediatori culturali è abituale, abbiamo potenziato le lezioni di italiano, supportiamo chi arriva da noi e non sa una parola della nostra lingua. Nelle classi l’attività interculturale è quotidiana. Perché non condividere un giorno di festa?".

Da chi è partita la proposta?

"Da alcuni insegnanti, già negli anni scorsi. È stata votata dal consiglio di istituto senza problemi. Nessuno l’ha vissuta come un’imposizione. Abbiamo utilizzato i giorni ‘discrezionali’ di vacanza di cui ogni scuola dispone. Nessuno ha eccepito. Abbiamo avuto riunioni, colloqui e assemblee con i genitori anche nelle ultime settimane, e parlato d’altro. Non so come mai sia esploso il caso".

Le statistiche dicono che il digiuno del Ramadan viene praticato da ragazzi e ragazze sempre più giovani. Sin dalle elementari. Vi risulta?

"Con orgoglio posso dire che non vediamo ragazzini digiunare prima della quarta, quinta elementare. Siamo in controtendenza. Ma è il risultato, anche qui, di un lungo lavoro. Abbiamo colto per tempo un preoccupante incremento del numero dei digiuni fra ‘piccoli’, e avviato un confronto con le famiglie. I risultati si vedono".