Giovedì 21 Novembre 2024
REDAZIONE CRONACA

Chiara Ferragni, non solo pandori: spunta il caso delle uova di Pasqua benefiche

Nel 2021 e 2022 l’influencer sarebbe stata protagonista di altre due operazioni equivoche: “Cachet alti e zero donazioni”

Milano, 19 dicembre 2023 – Piove sul bagnato in casa FerragniLe scuse dell’influencer dopo la multa dell’Antitrust per i pandori griffati non convincono Selvaggia Lucarelli. La giornalista, che sollevò il caso portandolo all’attenzione dei più, ora tira fuori dal cilindro anche un secondo ‘dossier’: quello delle uova di Pasqua benefiche.

Il pandoro e le scuse tardive

Già un anno fa, ai tempi della campagna pubblicitaria Balocco, Lucarelli aveva evidenziato la mancata chiarezza  di quella che è risultata essere a tutti gli effetti un’operazione commerciale equivoca. E sempre in quel periodo arrivò la denuncia del Codacons all’Antitrust. Sostanzialmente ai consumatori veniva fatto credere che, comprando il pandoro griffato Ferragni avrebbero contribuito a una raccolta fondi per il Regina Margherita. Ma l’entità della elargizione all’ospedale pediatrico torinese era già stata decisa (50mila euro), anzi era già stata erogata. Ferragni, prestando i suoi diritti di immagine, ci aveva invece guadagnato 1 milione di euro. Perché le scuse dell’imprenditrice arrivano solo dopo la multa per pubblicità “scorretta”? Se lo chiedono in tanti, e anche Lucarelli. Ma non è solo una questione di tempistiche. 

Le uova di Pasqua 'Dolci Preziosi' griffate Ferragni
Le uova di Pasqua 'Dolci Preziosi' griffate Ferragni

Le uova di Pasqua incriminate

Scusandosi con i milioni di follower sui social l’influencer ieri ha parlando di un “errore di comunicazione”. Ero in buona fede – ha detto sostanzialmente Ferragni – “non ho vigilato abbastanza”. Per Lucarelli è poco credibile che l’imprenditrice digitale non fosse consapevole di come funzionasse la cosa. Perché non era la prima volta che lei mescolava pubblicità e beneficenza in modo poco trasparente. Nell’articolo pubblicato oggi su Il Fatto dal titolo “Ferragni, non basta la patacca pandoro, ora tocca alle uova”, la giornalista chiama in causa altre “due operazioni simili” a quella di Balocco, una nel 2021 e una nel 2022.

In quelle occasioni Ferragni prestò volto e brand per sponsorizzare le uova di Pasqua prodotte dall’azienda ‘Dolci preziosi’. Lucarelli cita contenuti equivoci comparsi sulla stampa. Su riviste e giornali si scriveva che i “ricavati” delle uova sarebbero serviti a “sostenere l’associazione ‘I Bambini delle fate’”, l’associazione di Franco Antonello, padre di Andrea, il ragazzo autistico noto al pubblico tv. Anche sul blog della Ferragni, The Blonde Salad, campeggiava il titolo “Le uova di Chiara Ferragni per Dolci Preziosi sostengono il progetto benefico I Bambini delle fate”. Si evinceva che se tu consumatori compravi ’uovo, avresti contribuito direttamente alla raccolta fondi. Ma anche in quel caso “non c’era alcuna correlazione tra la vendita delle uova e la donazione”. Il virgolettato è di Franco Cannillo, l’imprenditore che ha acquisito Dolci Preziosi, citato dalla Lucarelli nel suo articolo.

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La donazione e il cachet della Ferragni 

Nel 2021 la cifra donata a Franco Antonello per I Bambini delle Fate fu di 12mila euro, nel 2022 di 24mila. Quanto guadagnò invece la testimonial Chiara Ferragni? “A memoria 500mila euro il primo anno e 700mila nel secondo”, dice Cannillo. Sull’etichetta delle uova c’era scritto semplicemente ‘Sosteniamo i bambini delle fate’, “quello che ha comunicato Ferragni non è affar mio”.

Non finisce qui, a chiusura del suo pezzo, Lucarelli fa notare che “mentre scrivo e dopo aver telefonato a Dolci Preziosi, e ai Bambini delle fate, Chiara Ferragni sta stranamente cancellando numerosi post del 2021 e 2022 con le uova pasquali”. Per la giornalista evidentemente non è un caso. Non stupirebbe in conclusione se sul tavolo dell’AgCm (L’Autorità garante delle comunicazioni del mercato) finisse anche questa vicenda. Insomma un’altra gatta da pelare per l’influencer più seguita d’Italia che ieri ha promesso un milione di euro al Regina Margherita per riparare all’errore dei Balocco. Succederà anche con le uova?

Il caso Gofundme: la raccolta Ferragnez per il San Raffaele

Nel frattempo il Codacons, l’associazione consumatori che presentò denuncia all’Antritrust per i caso dei Pandori, ricorda che “Chiara Ferragni e il marito Fedez sono stati coinvolti da altri provvedimenti delle Autorità e dei tribunali che hanno portato a pesanti sanzioni''. Codacons in una nota cita “la raccolta fondi avviata durante il Covid in favore dell'ospedale San Raffaele” che l’associazione denunciò “per le commissioni ingannevoli applicate ai donatori che, in buona fede, parteciparono all'iniziativa benefica''. Allora l’Antitrust applicò “una multa da 1,5 milioni di euro verso Gofundme”, piattaforma scelta da Fedez e Ferragni, per lo “sfruttamento della tragica pandemia in atto per orientare i consumatori ad effettuare donazioni sulla piattaforma che, promossa come gratuita, prevede costi e commissioni preimpostate”.