Milano, 9 gennaio 2024 – Più che di beneficenza per le cure pediatriche, il sospetto della procura è che si trattasse di una imbellettata operazione di marketing studiata a tavolino con un cospicuo scambio di dettagliate mail fra il team Ferragni e l’azienda dolciaria per svecchiare l’immagine del pandoro Balocco. Come? Con un reel di Chiara Ferragni – l’influencer che, almeno fino a dicembre, era capace di trasformare in oro tutto quello che toccava – in cui lei mostrava come si setacciava lo zucchero rosa del pandoro e, a seguire con tutto il repertorio di comunicazione social, comprensivo di comunicati, hashtag e chioccioline Instagram. Il tutto per un cachet di un milione di euro nelle casse della star del web.
Il pacchetto emergerebbe chiaramente dalla informativa dell’Authority, in particolare dagli scambi privati tra Balocco e il team Ferragni da cui appaiono chiare le intenzioni delle parti che, mail dopo mail, definiranno i contorni del reato ieri contestato ufficialmente, cioè quello di truffa aggravata dalla minorata difesa. "Ciao ---- e grazie per la piacevole call! A sintesi degli argomenti trattati..", poi un veloce riassunto dei dettagli della operazione. "Sarà la Balocco – si legge nelle carte – a contattare l’associazione (destinataria della donazione) e sempre la Balocco risulterà come donatrice. La donazione sarà nel 2022, solo dopo che avremo svelato al mercato il nostro comune progetto, quindi indicativamente dopo maggio... Definito insieme l’ambito di azione (medico/pediatrico) non vorremmo incorrere in un incidente diplomatico con il Regina Margherita e Gaslini nel destinare la donazione ad altra struttura...", Ferragni-Balocco non si intendono sull’"inserire la donazione nella comunicazione".
Nella mail Balocco scrive: "Non avendo compreso che il dettaglio della donazione sarebbe stato oggetto del contratto, non ci siamo pronunciati prima se non dopo vostro stimolo. Ecco perché ne è derivata una certa “limitazione” che certamente riusciremo a superare". Emerge chiaramente la volontà della società Fenice (Ferragni) di inserire la donazione che Balocco farà all’Ospedale Regina Margherita di Torino nell’ambito del progetto ‘Pandoro Pink Christmas’ e la consapevolezza che la stessa sarebbe avvenuta a maggio 2022. Al contrario, tutti i messaggi veicolati per presentare l’iniziativa benefica (i post e le stories di Ferragni), sono stati realizzati associando le vendite del pandoro al reperimento dei fondi utili alla donazione, pur nella consapevolezza che la donazione era stata fatta mesi prima. Il cartiglio allegato al dolce recitava: "Chiara Ferragni e Balocco sostengono l’Ospedale Regina Margherita di Torino, finanziando l’acquisto di un nuovo macchinario che permetterà di esplorare nuove strade per le cure terapeutiche dei bambini affetti da Osteosarcoma e Sarcoma di Ewing".
Dagli atti risulta chiaramente che Balocco non avrebbe voluto inserire nel comunicato il riferimento alla donazione come legata alle vendite del prodotto, anzi, in una mail interna il (omissis), scrive: "Mi verrebbe da rispondere [al team Ferragni]: In realtà le vendite servono per pagare il vs cachet esorbitante". La Gdf nella informativa che ha portato all’iscrizione della influencer e dell’ad di Balocco, ha valorizzato queste mail agli atti dell’Authority, nelle quali "si dà conto della definizione comune dei contenuti" da pubblicare. Due mesi dopo è, poi, stato siglato il contratto da cui emergerebbe la consapevolezza - si legge nel provvedimento del Garante – che la donazione, 50 mila euro, era avvenuta nel maggio precedente e "non era legata alla vendita del prodotto" pubblicizzato via social dalla influencer per un cachet di 1 milione.