Sabato 27 Luglio 2024
RICCARDO JANNELLO
Cronaca

Femminicidio a Genova. Il marito incastrato dal disegno del figlio: "Simulò il suicidio"

Il 44enne, da ieri in carcere, è accusato di omicidio volontario. Il bambino ha descritto sulla carta allo psicologo la scena del crimine.

Femminicidio a Genova. Il marito incastrato dal disegno del figlio: "Simulò il suicidio"

Femminicidio a Genova. Il marito incastrato dal disegno del figlio: "Simulò il suicidio"

La versione secondo cui Sharmin si sarebbe uccisa o caduta accidentalmente dal secondo piano non ha mai convinto gli investigatori, ma ci sono voluti più di nove mesi perché la morte, il 7 marzo, di una donna originaria del Bangladesh potesse essere rubricata per quello che è. L’ennesimo femminicidio compiuto da Ahmed, il marito, connazionale geloso e possessivo.

Alla fine è venuto in soccorso degli inquirenti il figlio di dieci anni che in un colloquio protetto con lo psicologo ha raccontato: "Papà batte nella testa di mamma e poi arriva pieno di sangue. Mamma in cucina sta male. Poi è caduta". E ha disegnato la scena come l’aveva vista. Così ieri nel primo pomeriggio Ahmed Musthak, 44 anni, ha varcato in manette il cancello del penitenziario di Marassi con l’accusa di omicidio volontario e maltrattamenti in famiglia contestatagli dal pm Marcello Maresca e confermata dalla gip Isabella Faggioni che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere "per il pericolo di inquinamento delle prove".

Sharmin Sultana, 32 anni, era stata trovata esanime sul selciato di via Emanuele Ferro nel quartiere industriale di Sestri Ponente a breve distanza dalla sede di Fincantieri, l’importante azienda pubblica della cantieristica navale nella quale il marito lavorava. Un uomo, Ahmed, dispotico e dal quale la moglie voleva in qualche modo allontanarsi.

La voleva tenere segregata in casa, non approvava che avesse amiche, che si fosse iscritta a un corso di italiano, avesse cambiato modo di vestire, volesse trovare un lavoro, avesse cominciato a postare video su Tik Tok e frequentasse i social network. Quando un passante aveva segnalato poco dopo le 8 della mattina il corpo in strada, i carabinieri del Nucleo radiomobile intervenuti sul posto dopo avere constatato che la donna non dava alcun segno di vita e che presentava una ferita alla testa, avevano notato che sull’asfalto non c’era sangue mentre qualche schizzo era sulla facciata dell’edificio, e che la finestra al secondo piano era spalancata.

Saliti all’appartamento aveva aperto il marito che sosteneva di essere stato svegliato allora, di non sentirsi bene e quindi che non sarebbe andato quella mattina al lavoro e di non essersi accorto assolutamente di nulla riguardo la moglie perché aveva sentito che volesse uscire a fare una passeggiata. Apparentemente nelle stanze non c’erano segni di un delitto. Archiviare come suicidio o incidente la morte di Sharmin poteva essere plausibile. Ma qualcosa non funzionava anche perché le amiche di Sharmin insistevano ad accusare il marito.

"Mi controlla tutto il giorno, se vede un messaggio mi insulta: si sta comportando come un cane", aveva confidato la donna e quindi il pm Maresca prima di chiudere il fascicolo senza indagati aveva deciso per un supplemento di indagine nel quale l’uomo era stato più volte sentito con qualche contraddizione che era apparsa nel racconto fino a quelle bugie sempre più vane nell’interrogatorio che ieri ha preceduto l’arresto. Erano state disposte dalla Procura anche intercettazioni ambientali: nelle registrazioni Ahmed chiede ai figli, quello di 10 e una bimba di 7: "Dite che non sapete nulla della mamma".

Sembra che il plagio fosse abituale perché – afferma il figlio nel colloquio protetto - "papà si arrabbiava perché mamma era sempre sul cellulare, è famosa la mia mamma". Ma nonostante i tanti soprusi che Ahmed compiva, confermati dai vicini, nessuna denuncia era mai stata presentata neppure quando le forze dell’ordine per tre volte erano intervenute nella casa di via Ferro. L’uomo temeva comunque l’abbandono. L’ultimo post di Sharmin recita, rivolta a se stessa: "Se tu vuoi essere forte devi imparare ad andare da sola". Ahmed lo aveva letto e ha deciso che non sarebbe andata da nessuna parte.