Martedì 11 Marzo 2025
VIVIANA PONCHIA
Cronaca

Femminicidi Tre casi in 72 ore

Già cinque donne uccise nel 2025. L’ultima a Torino: lui l’ha accoltellata. .

Già cinque donne uccise nel 2025. L’ultima a Torino: lui l’ha accoltellata. .

Già cinque donne uccise nel 2025. L’ultima a Torino: lui l’ha accoltellata. .

Tre casi in tre giorni, in poco più di un mese, dal 5 gennaio a ieri, sono già state ammazzate in Italia cinque donne. L’anno appena cominciato ripropone lo stesso copione del 2024, quando i femminicidi furono novanta: la maggioranza maturati in ambito familiare, quasi la metà messi in atto dal partner o dall’ex. Indignazione, appelli, leggi. Sembra tutto inutile. La mattanza continua a ritmo inesorabile e si aggiunge ai numeri da genocidio (definizione dell’Istat) in tutto il resto del mondo. "Occorre lavorare umilmente sulla formazione e il biasimo delle residue mitologie di virilità – suggeriva la scrittrice Lidia Ravera lo scorso anno in un’intervista a questo giornale –. È necessario ripulire le parti della commedia dove l’uomo è forte e la donna, a scelta, oggetto di desiderio o vendetta". Ma qui c’è un’urgenza che va oltre il salto culturale. Quasi ogni giorno siamo costretti ad aggiornare l’elenco con la consapevolezza che questa serialità genera assuefazione, rischiamo l’anchilosi.

Cinzia D’Aries, 51 anni, è l’ultima a morire per mano del marito Pietro Quartuccio di 56, a Venaria Reale. Otto febbraio, siamo vicini a Torino, ma la geografia del fenomeno sfugge alle maglie della statistica come i temporali estivi. Il suo cadavere con ferite da arma bianca alle spalle viene trovato sul pavimento del bagno nell’alloggio in via Gozzano mentre il coniuge, disabile, rantola in tinello dopo avere ingerito una quantità imprecisata di farmaci. A chiamare il 112 intorno a mezzanotte è la sorella dell’uomo preoccupata dall’assenza di notizie del fratello, che prima di tentare di farla finita pulisce il coltello e poi, non in pericolo di vita, finisce al Maria Vittoria. I vicini riferiscono di frequenti litigate fra i due, alternativa inesorabile a quell’altra nei casi di femminicidio: sembravano una coppia perfetta. All’estremo opposto di questo tempo brevissimo già intriso di sangue c’è l’omicidio del 5 gennaio a Gaifana di Gualdo Tadino. Eliza Stefania Feru, ventinovenne cittadina italiana originaria della Romania, operatrice socio sanitaria all’istituto Serafico di Assisi dove si occupava dell’assistenza a bambine e bambine disabili, è la prima vittima di femminicidio del 2025. Il marito Daniele Bordicchia, guardia giurata di 38 anni, la uccide nel salotto di casa con un solo colpo di pistola e poi si spara con la stessa arma. Probabile movente "dissidi di famiglia". Erano sposati da otto mesi.

Martedì 14 gennaio, a Rivoli, tocca a Maria Porumbescu, 57 anni, per tutti "Lililiana". L’85enne Emilio Martini, ex macellaio con la passione per la caccia con il quale viveva da dieci anni, non accetta la sua decisione di andarsene e la prende a fucilate, poi a sua volta si spara. "Papà si arrabbiava facilmente", spiega la figlia. È l’8 febbraio, quando a Milano Pablo Heriberto Gonzalez Rivas, 48 anni, confessa che fine ha fatto la fidanzata quarantenne, babysitter originaria di El Salvador, Jhoanna Nataly Quintanilla, scomparsa nel nulla da giorni: "L’ho uccisa e messa in un borsone". Dice di non averlo fatto apposta e di avere nascosto il corpo in preda al panico.

L’ultima, lo stesso giorno della tragedia a Venaria, si chiamava Eleonora Guidi, 34 anni, ammazzata all’alba in casa sua sulle colline della Val di Sieve, poco fuori Firenze. Il compagno Lorenzo Innocenti, 36 anni, si lancia dal secondo piano della palazzina e viene trasportato ancora vivo all’ospedale di Careggi. Illeso il figlio della coppia, un bambino di meno di due anni in casa al momento dell’omicidio.