Giovedì 13 Febbraio 2025
Beppe Boni
Cronaca

“Fecero la scelta giusta”: le storie dei poliziotti italiani che sfidarono il nazifascismo per salvare vite

Due volumi raccontano il coraggio degli agenti che, durante l’occupazione nazista, scelsero l’umanità rischiando la vita per salvare ebrei e sostenere la Resistenza

Un momento della presentazione dei due volumi

Un momento della presentazione dei due volumi

Uno dei tanti a pagare il conto con la vita per essersi messo contro i nazisti fu l'agente Amerigo Sterpetti, in servizio presso la Polizia dell'Africa italiana che morì nella difesa di Roma insieme ai partigiani al Ponte della Magliana in uno scontro a fuoco con i paracadutisti tedeschi. Molti altri furono deportati o uccisi per essersi opporti ai nazisti o per aver contribuito a salvare gli ebrei dalla deportazione nei campi di sterminio. Gli agenti della Polizia durante l'occupazione nazista in Italia e durante la guerra civile pagarono un alto contributo di sangue.

La Polizia di Stato ha raccolto queste vicende con il contributo di storici, esperti e testimoni dell'epoca in due volumi dal titolo "Fecero la scelta giusta, i poliziotti italiani che si opposero al nazifascismo" e "Fecero la scelta giusta, i poliziotti italiani che soccorsero gli ebrei". La collana è a cura dell'Ufficio comunicazione della Polizia e sotto l'egida del Ministero dell'Interno e del Dipartimento della pubblica sicurezza.

“Questa pubblicazione è un tributo di inestimabile valore che esalta la memoria di persone straordinarie il cui esempio illumina ancora il nostro cammino come società e come istituzioni. Sono testimonianze preziose sulla statura morale di quanti in tempi drammatici seppero opporsi all'orrore ed alla disumanità mettendo a rischio la propria vita per salvare quella degli altri". Sono le parole del ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, alla presentazione - alla Camera - dei due volumi. Presente tra gli altri il capo dello Stato, Sergio Mattarella, che ha firmato la prefazione della collana. “Sono storie - ha detto ancora Piantedosi - di poliziotti che hanno dimostrato che è possibile scegliere il bene anche nei momenti più bui. Seppero porsi dalla parte giusta pronunciando un no che è stato un sì all'umanità ed alla vita. Hanno infranto il silenzio, hanno scelto di agire, di restare fedeli ai principi di giustizia e di solidarietà. È la Polizia che conosciamo oggi. Ribadisco - ha proseguito il ministro - l'impegno del nostro Paese nella lotta ad ogni forma di odio”.

Presente anche il capo della Polizia, Vittorio Pisani. "La memoria di questi poliziotti - ha affermato Pisani - possa diventare il seme dello spirito quotidiano di servizio che deve condurci alla tutela dei deboli e delle vittime di soprusi, con l'obiettivo di garantire le diversità contribuendo a dare corpo al principio di uguaglianza sostanziale”. Il lavoro di ricerca ha portato all'individuazione di un centinaio di poliziotti che in varie forme, anche rimanendo nei ranghi dell' amministrazione durante la Rsi, riuscirono ad appoggiare le formazioni partigiane o a salvare vite di ebrei nell'inferno della Shoah. Nove fra agenti e funzionari morirono durante le Quattro giornate di Napoli, quando tutta la cittadinanza insorse contro i tedeschi, nel massacro delle Fosse Ardeatine vennero giustiziati Maurizio Giglio e Pietro Ermelindo Lungaro, a Forte Bravetta Giovanni Lupis ed Emilio Scaglia.

Tanti altri furono internati nei campi in Germania e là morirono. Un nutrito gruppo venne arrestato alla questura di Udine con l'accusa di avere avuto contatti con i partigiani. Sono solo alcune delle vite spezzate raccolte nei due volumi. Quattro nomi sono conosciuti come "Giusti tra le Nazioni" dallo Yad Vaschem, l'ente nazionale per la memoria della Shoah: Giovanni Palatucci, Angelo De Fiore, Mario Canessa, Mario De Nardis, ma tante altre storia di altruismo e coraggio nel salvataggio di ebrei perseguitati sono rimaste sconosciute.

La vicenda di Palatucci è quella più nota. Dalla questura di Fiume salvò centinaia di ebrei, ma spie interne lo fecero arrestare. Morì a Dachau nel febbraio 1945. In un quartiere di Tel Aviv allo "Schindler irpino" è dedicata una strada, a Gerusalemme un bosco. I due volumi quindi raccolgono storie umane ma costituiscono anche anche un affresco dell'Italia di allora con una precisa narrazione storica. I volumi si avvalgono delle presentazioni, fra gli altri, del Presidente della repubblica Sergio Mattarella, del capo della Polizia Vittorio Pisani, della senatrice Liliana Segre e del presidente della Cei cardinale Matteo Maria Zuppi.