Venezia, 7 dicembre 2023 – Fango e Nesquik ‘sparati’ con gli estintori sulla Basilica di San Marco. È l’ultima protesta degli attivisti per il clima andata in scena oggi a Venezia. Un atto dimostrativo definito dai manifestanti “un allarme anti-incendio”, l’obiettivo è accendere i riflettori sul cambiamento climatico.
Flash mob col fango davanti al Tribunale di Bologna
Fingendosi ‘pompieri per il clima’, gli attivisti si sono armati di estintori antincendio e, puntandoli contro la facciata del monumento simbolo di Venezia, hanno lanciato contro le mura della chiesa del liquido misto a fango. Poi hanno appeso uno striscione con lo slogan “Fondo riparazione”. Alcune persone li hanno presi di mira, contestando questa forma di proteste per il clima. Sul posto sono arrivati gli agenti della Digos.
Denuncia per danneggiamento
Sono tutti italiani, giovani tra i 20 e i 34 anni, le sei persone fermate dalla Digos di Venezia. Gli attivisti saranno denunciati per danneggiamento ma non sono escluse altre accuse che potranno essere contestate con l'indagine coordinata dal pm lagunare Roberto Terzo. Dentro gli uffici della questura i sei sono tranquilli e avrebbero detto ai poliziotti “noi siamo i soli fortunati a vedere ancora la Basilica di San Marco” e perorando le lotte sul clima hanno denunciato che “questo è l'ultimo campanello d'allarme”. Secondo quanto si è appreso, da ambienti vicini agli inquirenti, la polizia ha sequestrato agli attivisti due estintori che sono stati modificati per poter spruzzare fango e altro liquido con il Nesquik. Oltre a questi anche uno striscione con scritto “un fondo di riparazione”.
Il comunicato di Ultima Generazione
L’azione è stata svolta da sei giovani aderenti alla campagna Fondo Riparazione, promossa da Ultima Generazione, che hanno definito come “un’azione di disobbedienza civile a Venezia, spruzzando del Nesquik sulla facciata laterale destra della Basilica di San Marco, e versando del fango sulle colonne”. Con un lungo comunicato i promotori di Ultima Generazione spiegano nei dettagli il gesto compiuto a Venezia. “Hanno poi srotolato lo striscione con scritto Fondo Riparazione e un cartello con le foto dei dodici cittadini di Ultima Generazione che sono rimasti in carcere per tre giorni, dopo un blocco stradale a Fiumicino - si legge nel documento - prima di ricevere oggi la misura cautelare di obbligo di dimora”. Nella nota si sottolinea che “le parole di Papa Francesco nei confronti dei Governi e delle élite del fossile non sono meno severe delle nostre, altrettanto lucida è la consapevolezza dello scenario di miseria e guerre che ci prospetta il futuro”. Vengono poi riportate le frasi di uno dei responsabili del gesto: “Siamo qui a Venezia non a caso perché questa città tra meno di 20 anni sarà completamente sott'acqua. Noi amiamo Venezia - conclude l'attivista - e non vogliamo che venga distrutta, come tutto il resto del mondo. Noi protestiamo in modo non violento, non facciamo del male a nessuno ma veniamo arrestati, come i dodici cittadini di Ultima Generazione che sono in carcere ingiustamente da tre giorni”.
Il ministro Sangiuliano: “Gesto vile e inqualificabile”
"Non può definirsi, come nelle intenzioni degli eco-vandali, un allarme antincendio, ma un gesto vile e inqualificabile quello posto in essere a Venezia. Uno sfregio a uno dei simboli più illustri del patrimonio culturale nazionale che va sanzionato con fermezza”. Lo dice il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, commentando l'azione di oggi alla Basilica di San Marco. “Il Senato ha approvato il disegno di legge varato dal governo che punisce gli eco-vandali costringendoli a pagare di tasca propria il ripristino delle opere. Attendiamo il via libera definitivo della Camera. Chi danneggia paga economicamente in prima persona”.