Venerdì 27 Settembre 2024
NINO FEMIANI
Cronaca

Famiglia sterminata. I morti ora sono cinque. L’unico figlio superstite:: "In casa urlavano tutti"

Il 14enne ha visto il papà (poi suicida) sparare alla madre, alla sorella e al fratellino. Il piccolo è deceduto ieri, come il vicino colpito dal 52enne sul pianerottolo. .

Famiglia sterminata. I morti ora sono cinque. L’unico figlio superstite:: "In casa urlavano tutti"

Il 14enne ha visto il papà (poi suicida) sparare alla madre, alla sorella e al fratellino. Il piccolo è deceduto ieri, come il vicino colpito dal 52enne sul pianerottolo. .

La città si trascina attonita, in un silenzio surreale, come se un’oscura coltre avesse soffocato ogni rumore. Via Ichnusa prima animata dai rumori quotidiani, ora sembra deserta, popolata solo dalle ombre del dolore. Ogni angolo, ogni pietra di queste mura antiche trasudano smarrimento e orrore. Nessuno si spiega perché sia avvenuta la strage familiare di mercoledì mattina, gli inquirenti tentano di ricostruire i fatti e, soprattutto, di comprendere il movente che ha portato Roberto Gleboni a sterminare la sua famiglia (la moglie Giusi, i figli Martina e Francesco) e uccidere il vicino Paolo Sanna.

Le dichiarazioni di Sebastiano, il figlio quattordicenne sopravvissuto, assumono un significato preciso. Le sue parole, pronunciate sotto choc e tra le lacrime, "stamattina (mercoledì mattina, ndr) a casa urlavano tutti", lasciano intendere che la tragedia sia stata preceduta da un clima di caos e sopraffazione. È stato Sebastiano ad aprire la porta di casa a carabinieri e polizia dopo la strage.

Il ragazzo è stato operato dai chirurghi di Otorinolaringoiatria dell’ospedale San Francesco di Nuoro che gli hanno rimosso alcune schegge dalla mandibola. Non può incontrare nessuno, se non il personale sanitario, prima di essere sentito dagli inquirenti in modalità protetta. Ma il suo riferimento alle urla potrebbe indicare che la situazione familiare fosse compromessa da tempo.

Sebbene i vicini e i conoscenti della famiglia Gleboni abbiano descritto Roberto come una persona riservata e mai incline alla prepotenza, le parole dell’adolescente sembrano, invece, suggerire un ambiente familiare attraversato da dinamiche rimaste a lungo nascoste dietro una facciata di normalità. "Il tema della violenza – dice il vescovo di Nuoro, Antonello Mura – riappare ogni volta che succede una tragedia. La violenza va narrata e denunciata, non va negata o rimossa, tantomeno banalizzata. Non dobbiamo far finta che non ci sia, non dobbiamo spingere questo argomento sotto il tappeto. Penso, invece, che nelle famiglie e nelle scuole non si parli di questi temi o se ne parli poco. Anzi talvolta vengono accantonati". Sebastiano ha riferito che quella mattina la casa era attraversata da urla e grida. È un dettaglio che non può essere ignorato: la lite furibonda potrebbe aver scatenato l’esplosione di rabbia in Roberto Gleboni, fino a condurlo a impugnare la pistola calibro 7.65, regolarmente detenuta, e a rivolgerla contro i suoi cari.

Ma c’è anche dell’altro che va approfondito. L’assassino aveva avuto gravi dissapori con la famiglia di Giusi Massetti – la madre, il padre e i due fratelli – con cui aveva interrotto i rapporti da molto tempo. Elementi che, uniti alle crepe nella liaison familiare, spiegherebbero perché, dopo 25 anni di matrimonio, la coppia avesse deciso di separarsi e lui, operaio nell’agenzia regionale Forestas e sindacalista della Cisl, fosse andato a vivere a casa della madre. Le prossime ore saranno cruciali per le indagini. Gli esami autoptici disposti dai magistrati offriranno ulteriori dettagli sull’esecuzione dei delitti e potranno fornire conferme su eventuali segni di violenza pregressa, come ferite o lesioni che potrebbero indicare episodi di maltrattamenti precedenti, finora esclusi dalla mancanza di denunce presentate in questi anni dalla moglie Giusi. Ieri pomeriggio gli investigatori hanno sentito otto persone informate sulla situazione di coppia dei Gleboni, tra parenti e amici della famiglia, per cercare di capire se ci fossero dei dissidi nella famiglia apparentemente serena. Si scava nel recente passato delle vittime controllando anche i loro cellulari e computer. Intanto a Nuoro è prevista una fiaccolata per stare vicino alle famiglie Gleboni e Sanna che si svolgerà oggi alle 18.