Roma, 17 dicembre 2019 - Mamma, papà e una bimba di appena due mesi. Morti tutti e tre. E, tragedia nella tragedia, morti nel silenzio e nell'indifferenza: li hanno ritrovati solo dieci giorni dopo. E non in un paesino sperduto, bensì non lontano dalla Capitale.
La famigliola - la madre 26enne, il padre 38enne e la neonata - sono stati ritrovati cadaveri intorno a mezzogiorno di oggi in un appartamento a Labico, nei pressi di Palestrina. Secondo un primo accertamento del medico legale, i tre sarebbero morti a causa di un'intossicazione da monossido di carbonio, sprigionato probabilmente da un braciere che la famiglia utilizzava per scaldarsi. Nella stanza in cui sono stati trovati, stesi sul letto, i tre corpi senza vita c'era infatti un secchio con i residui di un fuoco e un pezzo di carbone ormai ridotto in cenere: un braciere rudimentale che forse la famiglia, di origini nigeriane, ha utilizzato per scaldarsi. Particolare agghiacciante: i corpi non erano facilmente identificabili proprio perché il decesso, secondo il medico legale, risale a parecchi giorni fa.
A lanciare l'allarme, con una telefonata ai Vigili del fuoco, è stata la proprietaria dell'immobile di via Guglielmo Fioramonti, che non riceveva da giorni notizie della famiglia. Sentendo un forte odore provenire dall'abitazione, i pompieri hanno forzato la porta: hanno visto i corpi e hanno chiamato i carabinieri. I tre almeno non hanno sofferto: sono morti nel sonno.
La coppia era regolare in Italia, da agosto era residente a Labico. Ma erano entrambi disoccupati e sebbene la casa avesse l'impianto di riscaldamento regolarmente allacciato e funzionante, è probabile che per risparmiare avessero acceso quella stufa artigianale. I carabinieri di Colleferro, intervenuti sul posto, stanno anche cercando di rintracciare i familiari, che probabilmente non sono in Italia.