Venezia, 19 novembre 2023 – Dolore, ma anche rabbia. La famiglia di Giulia Cecchettin da ieri ne piange la morte dopo il ritrovamento del corpo vicino a lago di Barcis in Friuli. "Amore, mi manchi già tantissimo. Abbraccia la mamma e dalle un bacio da parte mia", scrive il padre Gino su Facebook. Quindi una citazione: "L'amore vero non umilia, non delude non calpesta, non tradisce e non ferisce il cuore. L'amore vero non urla, non picchia, non uccide".
E non smette di aggiornare le sue storie su Instagram la sorella Elena. "Io non starò mai zitta. Non mi farete mai tacere", scrive la ragazza questa mattina. Già ieri la ragazza, di appena due anni più grande di Giulia, aveva ripreso e copiato altri messaggi dedicati alla violenza di genere, sulla "cultura dello stupro" che alimenta e protegge i violenti, oltre alla citazione dell'attivista peruviana Cristina Torres Cáceres: "Se domani sono io, se domani non torno, distruggi tutto. Se domani tocca a me, voglio essere l'ultima". Frasi in italiano che si alternano a quelle in inglese, in cui racconta che Giulia è la vittima numero 103 dello stato patriarcale italiano.
E mentre sui social si susseguono i post di affetto e solidarietà, davanti a casa della famiglia Cecchettin in tanti hanno portato fiori, biglietti e peluche. Tra questi anche un piccolo 'tocco' della laurea, quella che la 22enne veneziana avrebbe dovuto conseguire giovedì 16 novembre. Il via vai silenzioso davanti alla casetta a due piani a Vigonovo continua, mentre stasera alle 19 nel paese si terrà una fiaccolata per Giulia.
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