
Tre detenuti evasi dal carcere minorile Malaspina di Palermo: si sono calati dal muro di cinta con le lenzuola intrecciate
Palermo, 13 aprile 2025 – Un’evasione da film, la caccia ai tre in fuga, la cattura e quindi la follia. Pomeriggio di tensione al carcere minorile Malaspina di Palermo: tre ragazzi sono fuggiti dall’istituto penale per minorenni e sono stati ripresi nel corso del pomeriggio, anche grazie a un imponente schieramento di forze dell’ordine.
La fuga
II vecchio trucco delle lenzuola funziona ancora: così sono riusciti a fuggire dalla detenzione. Un’evasione da manuale, quella ideata e messa in atto questa mattina dai tre giovani extracomunitari. I tre si sarebbero calati dal muro di cinta in via Cilea utilizzando la biancheria intrecciata: questo dopo essere riusciti a uscire dalla cella, segando le sbarre alle finestre. Dei tre evasi uno, della Costa d’Avorio, è stato riacciuffato subito. Qualche ora più tardi è stato preso anche il secondo fuggitivo, rintracciato a Ballarò nel primo pomeriggio. A quanto si apprende era detenuto per rapina e resistenza. È stato trasferito a Palermo dal carcere minorile di Reggio Calabria dove in passato avrebbe preso parte a una rivolta. Il terzo ragazzo, tunisino, è stato bloccato in corso Tukory.
L’incendio in cella
Ma non si è conclusa con la cattura la questione, almeno per il primo dei tre giovani bloccati dalle forze dell’ordine dopo la fuga. Il ragazzo della Costa d’Avorio non appena è rientrato nella cella, il ragazzo ha appiccato un incendio e per protesta ha iniziato ad inveire contro gli agenti della polizia penitenziaria tirando le suppellettili e procurandosi con oggetti taglienti ferite nel corpo.
Caccia all’uomo
Nella caccia all’uomo sono stato impegnati polizia e carabinieri. Gli investigatori hanno pattugliato diversi quartieri e le stazioni ferroviarie di Palermo. Controlli anche al porto. Un elicottero ha setacciato la città dall’alto.
In una nota il sindacato di Polizia Penitenziaria Sappe torna "a chiedere pubblicamente che chi di dovere tenga in considerazione le criticità del personale che lavora nelle carceri siciliane". Per le ricerche si sarebbero mobilitati anche agenti liberi dal servizio.