Novara, 4 dicembre 2024 – Teorico e ricercatore ma anche medico sul campo. E’ morto a 94 anni lo psichiatra Eugenio Borgna, un pilastro del settore, intellettuale finissimo che si è nutrito di studi ma anche di esperienza. Fautore ancora prima di Franco Basaglia di un approccio più umano, empatico, alla cura del malato, soprattutto privo di violenza, è stato uno dei maggiori sostenitori della legge 180 che chiuse i manicomi e restituì dignità e valore ai pazienti prima reclusi e trattati con metodi coercitivi.
Laureatosi in Medicina e chirurgia nel 1954 presso l'Università di Torino e specializzatosi in Malattie nervose e mentali nel 1957, già libero docente di Clinica delle malattie nervose e mentali presso l'Università di Milano, Borgna dal 1970 al 1978 è stato direttore dell'ospedale psichiatrico di Novara, mentre dal 1978 al 2002 è stato responsabile del servizio di Psichiatria dell'ospedale Maggiore, assumendo dopo la pensione il titolo di primario emerito. Impegnato in politica, negli anni '70 e' stato anche sindaco e consigliere comunale a Borgomanero.
Borgna era nato proprio in questo piccolo comune del Novarese, nel 1930, e qui è morto, a pochi giorni dall’uscita del suo lavoro, 'L'ora che non ha più sorelle’, un saggio sul suicidio femminile, l’ultimo di una lunga serie di libri che spesso sono stati anche best seller, come ‘Le parole che ci salvano (Einaudi) e ‘La solitudine dell'anima’ (Feltrinelli). Interlinea, che ha pubblicato il suo ‘Apro l'anima e gli occhi’ (da un verso dell'amato poeta Clemente Rebora), ha realizzato anche una raccolta dei suoi interventi, ‘Curare con la parola’. Tra i suoi ultimi libri ‘Sull'amicizia’, per Raffaello Cortina Editore, ‘Mitezza’ e ‘In ascolto del silenzio’, entrambi per Einaudi. Il suo è un linguaggio poco medicale che invece si rifà alle immagini della grande letteratura e poesia, da Proust a Thomas Mann a Goethe, da Emily Dickinson ad Antonia Pozzi a Leopardi.
Ricorda Interlinea: “Ha scritto libri bellissimi su temi sempre uguali e sempre diversi, sull'arcipelago delle emozioni che abitano la nostra vita interiore - come la nostalgia e i sentimenti di colpa, l'inquietudine e la disperazione, l'ansia e i rimpianti, le attese e le speranze, la gioia e la solitudine”. Il suo approccio terapeutico viene ricondotto alla ‘psichiatria fenomenologica’, che sposta l’attenzione dalla malattia al paziente, e alla ‘psichiatria dell’interiorità’, che parte dal disagio psichico per risalire alla sua dimensione profonda e soggettiva.