Sabato 17 Agosto 2024

L’essere umano invecchia di più a 44 e 60 anni: i risultati di un’indagine dell’università di Stanford

Secondo lo studio in questione, sviluppato da un team di ricercatori e pubblicato sulla rivista Nature Ageing, in questi due momenti chiave della vita avvengono i maggiori cambiamenti a livello biomolecolare del corpo umano

Uno studio dell'Università di Stanford ha riscontrato come i maggiori cambiamenti nell'invecchiamento umano avvengano intorno ai 44 e ai 60 anni di età

Uno studio dell'Università di Stanford ha riscontrato come i maggiori cambiamenti nell'invecchiamento umano avvengano intorno ai 44 e ai 60 anni di età

Roma, 17 agosto 2024 – Secondo uno studio portato avanti dall’Università di medicina di Stanford, negli Usa, e pubblicato sulla rivista Nature Ageing, il processo di invecchiamento negli esseri umani incontra due scalini fondamentali: il primo a 44, il secondo intorno ai 60 anni di età. In sostanza l’indagine spiega che le persone, in realtà, non invecchiano in maniera lenta e costante, ma subiscono mutamenti drastici a livello biomolecolare una volta superate le due fasi in questione. 

Lo studio 

L’indagine è stata svolta da un team di autori guidato da Xiaotao Shien, che per esperimento ha analizzato e seguito per diversi anni i dati di 108 persone tra i 25 e i 75 anni di età. Tutto ciò ha permesso agli studiosi di monitorare e seguire con attenzione i cambiamenti apportati dall’età in oltre 135mila molecole differenti. E’ stato riscontrato come migliaia di esse subiscano mutamenti notevoli nel corso dell’intera esistenza, concentrati però soprattutto in due precisi momenti-chiave della vita. Il primo step di invecchiamento arriva intorno ai 44 anni, quando le molecole più coinvolte sono quelle legate al metabolismo dell'alcol, della caffeina e dei grassi o quelle associate a disturbi cardiovascolari, mentre il secondo momento-chiave giunge alla soglia dei 60 anni, in cui le molecole più influenti sono quelle legate al metabolismo di carboidrati e caffeina, alla regolazione immunitaria, alla funzione dei reni e ancora alle malattie cardiovascolari.

In questi due momenti-chiave, il corpo umano vede aumentare o diminuire in maniera repentina migliaia di molecole e microrganismi presenti in esso. Se gli studiosi, tuttavia, potevano già immaginarsi i 60 anni come punto cardine dell’invecchiamento, lo stesso non si può dire della totalmente inaspettata fascia dei 44. Il gradino in questione non è legato, inoltre, a dinamiche di genere o alla menopausa: riguarda infatti allo stesso modo sia uomini che donne. 

Stando agli autori dell’articolo, alcuni di questi cambiamenti potrebbero in ogni caso essere collegati allo stile di vita o a comportamenti tipici delle varie fasce di età piuttosto che a fattori biologici.