Domenica 6 Ottobre 2024
VIVIANA PONCHIA
Cronaca

Stop tablet ai minori, l’esperto di dipendenze: "Idea irrealizzabile, i divieti non servono. Educhiamo i genitori"

Il professor Tonioni: "Le nuove generazioni vanno prese per mano. Il telefonino nuoce ai bambini solo quando si sostituisce alla baby sitter"

Giovanissimi e telefonini: ci si interroga se sia giusto limitarne l'uso

Giovanissimi e telefonini: ci si interroga se sia giusto limitarne l'uso

Roma, 20 maggio 2024 – La Francia propone di limitare per legge l’utilizzo di tablet e cellulari ai bambini. Lo psichiatra Federico Tonioni, esperto in dipendenze da Internet, suggerisce di lasciare queste leggi ai francesi.

Perché professore?

"Primo perché non ha senso aspettarsi che imposizioni di questo tipo vengano rispettate: i ragazzi ti fregano in un attimo. A che cosa è servito vietare il fumo sotto i 18 anni? Le proibizioni chiamano trasgressioni e l’adolescente deve imparare a trasgredire senza farsi male. E poi un cellulare non è cocaina, il mio non è un invito a drogare le nuove generazioni ma a prenderle per mano. Comprendo Macron, non credo tuttavia che la sua idea sia realizzabile. Mi sembra il solito atto politico un po’ ipocrita. Il mondo va esattamente nella direzione opposta e non può essere fermato".

Eppure gli esperti francesi insistono: fa male alla salute. Vogliono addirittura bandire televisori e computer nelle nursery e nelle classi materne.

"Il telefonino nuoce ai bambini quando diventa baby sitter. Quando li tiene buoni al ristorante o in un lungo viaggio in macchina, dove nessuno ha più voglia di cantare. E’ sui genitori che bisogna intervenire. A sei mesi i neonati vanno incontro al cellulare sorridendo anche se non l’hanno mai visto. E’ come se sapessero già che è una figata. E sa perché? Ci osservano da fuori campo, assorbono di pancia il valore che questo oggetto ha per noi, percepiscono la nostra ansia quando lo perdiamo. E deducono: è un nostro prolungamento".

Ragione in più per limitarlo…

"Chi nega il cellulare al figlio per la prima comunione lo esclude dalla chat di classe su whatsapp e questo non lo aiuta. Il suo uso ha cambiato il profilo cognitivo, questo sì. Oggi i bambini parlano in ritardo, danno la precedenza alle immagini rispetto alle parole. Si chiama evoluzione. E ci ha colti impreparati: eravamo abituati a un matrimoniale mentre il tempo digitale è letto a castello, sovrappone eventi. Noi invece restiamo piantati nel Medioevo a suonare Fra’ Martino con il flauto, a insegnare latino alle medie: danno enorme perché di una noia mortale, detto da chi ha fatto il classico. Il furore diagnostico sui disturbi di apprendimento colpevolizza tablet e affini, mentre è urgente indirizzare la conoscenza proprio verso i device digitali. I musei già lo fanno".

Ma cosa provoca un cellulare nella testa di un piccolino di tre anni?

"Emozioni forti. Il touch screen che incontra il pensiero onnipotente dei bambini li fa sentire magici. E questo non è necessariamente un male, solo l’ampliamento di una condizione nota. I bimbi vivono fra la paura delle streghe e le rassicurazioni di mamma. Passano molti anni nel verosimile. Lo schermo crea ulteriore aspettativa e incrementa la dopamina, il neurotrasmettitore di tutte le esperienze di felicità senza il quale saremmo tutti depressi. Davanti al cellulare non si drogano ma aspettano qualcosa di figo, proprio come me adulto sui video di You tube. Per fortuna la loro mente è fuida, creta fusa destinata a prendere forma. E hanno neuroni plastici con meccanismi di compensazione formidabili che alla fine, quasi sempre, trovano l’armonia".

Cioè alla fine si salveranno anche senza leggi?

"I ragazzi fanno un uso del cellulare molto più saggio di noi. A casa sono le mie figlie a dirmi di smetterla. Loro hanno il coraggio di spegnerlo, io no perché quando ci provo mi sento invisibile. Ci vogliono delle regole, che però hanno senso solo dentro una trattativa. Vuoi il cellulare a 4 anni? Lo guardiamo insieme. Diamo loro la possibilità di barare, di fregarci".